Il National Labor Relations Board americano sostiene che Apple abbia richiesto ai dipendenti di tutto il Paese di firmare accordi di riservatezza, non divulgazione e non concorrenza illegali e abbia imposto politiche eccessivamente restrittive nell’utilizzo dei social media. Ma perché?
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I motivi alla base delle accuse
Probabilmente la ragione, da quanto si apprende su Reuters, è da rintracciarsi nel fatto che, secondo Ashley Gjovik, ex responsabile senior del reparto Ingegneria presso l’azienda, la Mela di Cupertino impedirebbe ai dipendenti di esercitare la totale libertà di espressione sui social media parlando anche di questioni come l’equità retributiva e la discriminazione di genere. Proprio questa era stata la motivazione al centro della sua denuncia contro Apple nel 2021.
Che cosa ha risposto Apple?
All’accusa di “interferire, limitare e costringere i dipendenti nell’esercizio” dei loro diritti previsti dalla legge federale sul lavoro, Apple, in una dichiarazione rilasciata da un portavoce, ha affermato di aver sempre rispettato il diritto dei propri dipendenti a discutere di salari, orari e condizioni di lavoro, diritto che si riflette nelle sue politiche occupazionali. «Siamo fortemente in disaccordo con queste affermazioni e continueremo a condividere i fatti durante l’udienza», ha affermato la società.
I precedenti
Ashley Gjovik aveva anche intentato una causa presso la corte federale della California a maggio di quest’anno, accusando sempre Apple. Accuse che l’azienda di Cupertino ha sempre smentito e si è mossa per archiviare il caso. L’azienda sta affrontando almeno altri due casi pendenti presso l’NLRB in cui si sostiene che abbia licenziato un dipendente della sede centrale per aver criticato i dirigenti e per aver interferito illegalmente con una campagna sindacale.