Siamo a giugno e nessuno ha ancora potuto mettere in tasca l’assegno di aprile. Avvocati, ingegneri, geologi, psicologi scioperano via web
Sono passate due settimane dall’emanazione del decreto Rilancio, ma il decreto attuativo che deve dare il via libera al Bonus 600 euro per le partite IVA iscritte alle Casse previdenziali delle professioni protette (avvocati, notai, ingegneri, commercialisti, giornalisti, psicologi, giornalisti, ecc…) non è stato ancora predisposto. Niente assegno di aprile nemmeno a maggio, insomma, per buona parte dei 2 milioni e 300 mila professionisti, che ora temono si arrivi a giugno inoltrato senza che il governo assicuri loro sostegno. Per questo oggi hanno indetto uno sciopero virtuale.
I motivi dello sciopero, dal Bonus 600 euro alla Giustizia in lockdown
Sono tante le ragioni della protesta. Ciascuna categoria porta naturalmente i propri motivi. La mancata erogazione del Bonus 600 euro è solo la punta dell’iceberg. La manifestazione di oggi è organizzata dal CUP, il Comitato Unitario delle Professioni, presieduto da Marina Calderone, e dalla Rete delle Professioni Tecniche, guidata da Armando Zambrano. “Gli ordini – fanno sapere gli organizzatori – ritengono necessario ribadire, soprattutto in questo momento delicato per il Paese, il senso di responsabilità con cui ogni giorno i professionisti sono al fianco delle imprese per evitare che queste, in assenza di liquidità, si rivolgano alla criminalità organizzata per avere risorse finanziarie. Un lavoro quotidiano e silenzioso, che non di rado subisce attacchi mediatici ingiustificati, frutto della scarsa conoscenza del contributo di legalità che tutte le professioni esprimono nell’esercizio della loro attività e che è necessario riaffermare”.
© Ordine Avvocati di Roma
Gli avvocati, per esempio, continuano a manifestare contro il lockdown della Giustizia. Sembra incredibile ma dal ministero di Alfonso Bonafede non sono arrivate linee guida per la riapertura e così ciascun Tribunale italiano fa storia a sé. C’è chi ha riaperto, chi continua a ritardare, chi va a singhiozzo. E la paura degli avvocati è che la situazione di stallo si protragga fin sotto la pausa estiva, che nel mondo dei palazzi di giustizia dura ben 30 giorni ininterrotti. Significherebbe rinunciare a un altro mese di lavoro, il quarto dopo i tre mesi di quarantena.
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Fatturati crollati
In difficoltà non solo i legali. L’Osservatorio Covid-19 del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha condotto un sondaggio su un campione di 1.125 iscritti, secondo cui il 54% dichiara di averne subito una riduzione del fatturato superiore ad un terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e che per il 35% la flessione è stata superiore a 10 mila euro, mentre solo il 34% ha potuto beneficiare del bonus 600 euro concesso dal Decreto Cura Italia per il mese di marzo 2020. Anche l’Ordine degli Ingegneri ha condotto uno studio analogo ed è emerso che per il 75% dei rispondenti, il primo quadrimestre si è chiuso con una riduzione del volume d’affari rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente e la quota più elevata di rispondenti, ovvero il 33%, ha indicato che la riduzione è stata superiore al 30%. Per il 9,3% vi è stato un incremento e per il 15% il fatturato è rimasto stabile. In sostanza vi è chi è riuscito, nonostante tutto, a incrementare il fatturato, seppure in modo modesto, ma nel complesso la larga maggioranza dei rispondenti segnala perdite evidenti.
Che fine ha fatto il Bonus 600 euro?
Se lo chiedono un po’ tutti. Con ogni probabilità, il ministero del Lavoro di Nunzia Catalfo nei giorni scorsi ha dovuto concentrare tutte le risorse sul possibile licenziamento dei 190 lavoratori dello stabilimento Jabil di Marcianise e questo ha rallentato la stesura del decreto interministeriale (Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze). Decreto che, lo ricordiamo, è essenziale per procedere all’erogazione del Bonus 600 euro in quanto dovrà chiarire aspetti cruciali quali: l’importo dei due assegni (aprile e maggio), i requisiti di accesso e le modalità operative per inoltrare le istanze. La vertenza Jabil è stata conclusa positivamente 12 ore fa. Adesso il Governo non ha più scuse per rimandare ancora il testo.