Sono una partita IVA full time da tre anni. Le settimane e i mesi hanno cambiato faccia: certo, seguo ancora il ritmo delle aziende, ma ormai mi è più comodo distribuire il lavoro in modo flessibile. Per esempio, lascio il lunedì mattina libero e magari lavoro la domenica sera. Quando viaggio per piacere mi ritaglio un’ora o due ogni due giorni per smarcare qualche attività.
Però sì, è vero: ad agosto, nel Sud Europa, tutto rallenta fino quasi a fermarsi attorno a Ferragosto. E ogni anno parte la sfida: quando sentirò il primo “Questo lo rimandiamo a settembre”? Per la cronaca, quest’anno è arrivato a metà giugno.
Ma ho provato a guardarla anche dall’altra parte. Per molti l’estate può diventare un momento ideale per prendersi cura della propria crescita, personale e professionale. Che tu abbia un lavoro stagionale, sia in cerca di un’opportunità o voglia semplicemente dare un senso più profondo al tuo tempo libero, l’estate offre risorse preziose per ripartire con più energia, competenze e consapevolezza.

Lavorare d’estate, molto più di un ripiego temporaneo
Con l’aumento del turismo e degli eventi, in estate cresce la richiesta di personale in settori come la ristorazione, l’hospitality, l’organizzazione di festival, i centri estivi o l’agricoltura. Per molti giovani e meno giovani, queste occasioni si rivelano un ottimo modo per fare esperienza, guadagnare qualcosa e sviluppare soft skills fondamentali come la gestione del tempo, la comunicazione e la flessibilità.
Per scegliere le opportunità migliori, è importante:
- Verificare la tipologia di contratto: un contratto regolare garantisce diritti, sicurezza e contribuzione.
- Valutare il trattamento economico e la sostenibilità dell’impegno: paga oraria trasparente, turni chiari e condizioni lavorative dignitose. Le prove gratuite non esistono: il contratto di per sé già integra un periodo di prova.
- Informarsi sull’ambiente di lavoro, magari leggendo recensioni online o chiedendo feedback a chi ci ha già lavorato.
Summer internship, pensarci per tempo
In Europa mediterranea, come dicevo, il lavoro rallenta d’estate, per questo la risposta alla classica domanda “Ci sono stage estivi di tre mesi?” è spesso no. Le aziende tendono a non attivare nuovi percorsi formativi in estate, sia per mancanza di tempo sia per il poco ritorno percepito.
Leggi anche: Altro che rettilinei, oggi vita e lavoro sono pieni di tornanti. E allora come costruire il futuro?
Esistono però le Summer Internship: tirocini brevi, della durata di 8–12 settimane tra giugno e settembre. Nati nei paesi anglosassoni, si sono diffusi anche in Europa del Nord, soprattutto tra le aziende di medio-grandi dimensioni.
L’obiettivo è duplice:
- offrire ai giovani la possibilità di applicare le competenze acquisite negli studi,
- permettere alle aziende di conoscere e formare potenziali futuri dipendenti.
Quando e come candidarsi
Le candidature, soprattutto per le grandi aziende, si aprono con largo anticipo, già tra settembre e dicembre dell’anno precedente.
Le posizioni più ambite, come quelle offerte da multinazionali nei settori finanziario, consulenziale e tecnologico, prevedono processi selettivi rigorosi e scadenze anticipate.
Per candidarsi, è fondamentale preparare con cura curriculum, lettera motivazionale e, in alcuni casi, un portfolio o una breve prova tecnica.
Dove cercarle
Le opportunità sono pubblicate su diversi canali:
- le career page delle aziende;
- i principali portali di annunci (LinkedIn, Glassdoor, Indeed) attraverso parole chiave come “Summer Intership”;
- i servizi di placement universitari;
- programmi istituzionali come Erasmus+ Traineeship o tirocini MAECI/CRUI.
Retribuzione: questione aperta
Il tema economico varia notevolmente in base al settore e al paese. In ambito tech o investment banking, ad esempio, non è raro che gli stagisti percepiscano compensi mensili molto alti, anche oltre i 3000 euro al mese.

Altre realtà, invece, offrono un rimborso spese o nessuna retribuzione. Tuttavia, anche in questi casi, l’esperienza può rivelarsi preziosa in ottica formativa e curricolare.
Un investimento per il futuro
Chi svolge una Summer Internship ha più probabilità di trovare lavoro entro sei mesi dalla laurea. In alcuni casi, si riceve una proposta di assunzione o si viene inseriti in un graduate program: un percorso post-laurea, retribuito, che prevede un contratto e un piano di formazione strutturato, con rotazioni tra reparti, mentoring e training.
Tirocini all’estero, come mantenersi?
Trovo l’occasione qui per segnalare questa opportunità offerta dall’Unione Europea per mantenersi in caso di tirocinio in un Paese estero UE.
Il programma EURES Targeted Mobility Scheme (TMS), promosso dalla Commissione Europea e gestito in Italia da vari enti, tra cui IFOA (di cui ti segnalo qui il sito da cui ho raccolto tutte le informazioni), può aiutarti concretamente.
Pensato per favorire la mobilità professionale dei cittadini europei, EURES TMS offre un sostegno economico e organizzativo a chi si trasferisce in un altro Paese UE (più Islanda e Norvegia) per lavorare o svolgere un tirocinio extracurricolare retribuito della durata minima di tre mesi.
Il supporto è articolato in più forme:
- Contributo mensile fino a 660 euro per integrare la retribuzione del tirocinio.
- Rimborso per il trasferimento (tra 770 e 1540 euro) e, se necessario, copertura delle spese per il colloquio.
- Fondo per corsi di lingua, fino a 2200 euro, anche per due lingue diverse.
- Rimborso delle spese di riconoscimento titoli (fino a 440 euro).
- Sostegno extra se ti trasferisci con partner o figli.
EURES TMS non finanzia tirocini non retribuiti, ma può rendere sostenibile e accessibile un’esperienza di mobilità internazionale che altrimenti peserebbe troppo sulle finanze personali.

Integrare il volontariato anche se si lavora (e senza stress)
Chi ha già un impiego stagionale può comunque ritagliarsi spazi per il volontariato. Bastano anche poche ore a settimana per dare un contributo significativo alla comunità e acquisire competenze nuove. Alcuni esempi pratici:
- Scegli attività brevi o nei weekend: festival, sagre, progetti locali.
- Cerca attività vicino casa o al luogo di lavoro, per ridurre tempi di spostamento.
- Informa la tua associazione della disponibilità limitata: molte sono flessibili e accolgono anche volontari occasionali.
Esistono progetti estivi promossi da comuni e associazioni locali che coinvolgono giovani in attività di animazione, eventi, tutela dell’ambiente o supporto alle persone fragili. Anche realtà più strutturate, come Legambiente, Mani Tese o CSV (Centri di Servizio per il Volontariato), offrono campi brevi in tutta Italia e all’estero, anche per famiglie o adolescenti.
Il volontariato è utile anche per il curriculum: sviluppa leadership, empatia, capacità organizzative e di problem solving. E spesso viene rilasciato un attestato ufficiale.
Scambi culturali, work exchange e apprendimento linguistico
Chi ama viaggiare può unire l’utile al dilettevole con formule come il Workaway, che consente di vivere con famiglie locali offrendo in cambio qualche ora di aiuto quotidiano. In questo modo, si abbattono i costi, si scopre una cultura dall’interno e si migliora la lingua in modo naturale.
Esistono anche piattaforme per imparare una lingua da casa, come Tandem, oppure occasioni offline, come i tandem linguistici organizzati da biblioteche e associazioni locali. A volte bastano piccoli gesti – una conversazione in inglese, un workshop con studenti internazionali – per ampliare i propri orizzonti.
Progetti personali, il tempo giusto per sperimentare
Non tutte le esperienze arricchenti richiedono viaggi o budget consistenti. L’estate è perfetta per iniziare quel progetto che rimandi da mesi:
- Scrivere un racconto, suonare uno strumento, disegnare, cucinare, programmare.
- Approfondire un tema che ti appassiona grazie a corsi online.
- Partecipare a un ritiro di meditazione, un laboratorio di comunicazione non violenta, o semplicemente dedicare un’ora al giorno a imparare qualcosa di nuovo.
Un progetto personale sviluppa autodisciplina, autonomia e creatività. E raccontarlo in un colloquio può fare la differenza.
Raccontare un’estate ricca di senso nel proprio CV
Spesso ci si vergogna dei periodi senza lavoro, ma se vissuti con intenzione e raccontati bene, possono diventare dei punti di forza. Ecco qualche spunto per valorizzarli:
- Motiva la tua scelta: spiega cosa ti ha spinto a fare volontariato, a viaggiare o a seguire un corso.
- Sottolinea cosa hai imparato, non solo cosa hai fatto: “Ho sviluppato capacità organizzative”, “Ho migliorato la mia comunicazione interculturale”, “Ho imparato a gestire situazioni complesse”.
- Collega l’esperienza al tuo percorso professionale: come ti ha aiutato a chiarire i tuoi obiettivi o a rafforzare certe competenze utili per il ruolo che desideri.
Qualche ispirazione utile per partire subito:
- Siti da esplorare:
- Workaway.info – esperienze work exchange nel mondo
- Lunaria.org – volontariato internazionale
- Corpo europeo di solidarietà – progetti per under 30
- EURES – tirocini e mobilità in UE
- Learnn.io – formazione pratica online
- Domestika.org – corsi creativi
- Oriel APS – partecipazione giovanile
- CSVnet.it – volontariato locale