Il mercato del lavoro è in continua trasformazione. Non è facile stare al passo coi tempi. Ecco perciò alcuni consigli di Fabiana Andreani, una delle massime esperte italiane in orientamento e carriera, seguitissima anche sui social
Il mondo del lavoro è un vero e proprio labirinto. Chi ne è escluso fatica a entrare, chi c’è fatica a orientarsi. Su StartupItalia arrivano però i consigli e i tutorial di Fabiana Andreani, esperta in orientamento e carriera, autrice del libro Lavorare alla grande edito da Gribaudo e Top Voice di LinkedIn.
***
Qualche giorno fa pubblicavo un video su TikTok (questo), uno dei miei tanti dedicati al CV. Tempo un’ora, il video cresce a dismisura: a fronte di decine di migliaia di like anche un flame di commenti indignati e aggressivi. Il tema del video? Invitare a scrivere sul curriculum dei propri interessi o cause che sosteniamo. “Il CV non è un diario segreto!” “E se scrivo qualcosa che è contrario a come la pensa l’azienda?” Quattrocento e più commenti ai quali ho dovuto rispondere qualcosa che per me era ovvio ma non per gli altri, evidentemente: si scrive o si indica solo quello che può valorizzarci.
Cosa ho imparato da quest’esperienza? Primo, i dodici secondi del video erano veramente pochi per spiegare l’importanza di competenze e attitudini che non provengono da esperienze di studio o lavoro ma che possano fare la differenza. Come spiegato con dovizia anche da un articolo dell’Harvard Business Review : tante aziende utilizzano ancora processi di valutazione dei candidati che non valorizzano la complessità e ricchezze delle esperienze extra lavorative. Perché l’assistere un familiare malato o essere veterano di guerra non dovrebbe avermi lasciato nessun tipo di insegnamento? Secondo, nonostante la quantità di informazioni, il Curriculum Vitae è ancora antipatico e, a detta di molti superato, rigido, ancorato a modelli professionali del passato.
La verità? Il CV viene attaccato perché ci pone davanti alla richiesta di raccontarci in maniera obiettiva, chiara e rilevante per una posizione lavorativa. Ci chiede di dare un peso alle nostre scelte, ci fa sentire il peso di una valutazione e anche la responsabilità di una possibile esclusione basata su quelle parole. Un’ulteriore verità? Quest’avversione verso il racconto di noi stesse discende in tanta parte anche dalla mancanza di orientamento tipica del nostro sistema educativo. Più ci faranno intendere da adolescenti che noi saremo il lavoro per il quale studieremo, che le materie STEM sono solo per geni di matematica o che il cambiamento professionale è impossibile, più sarà rigido e difficile raccontare le nostre competenze e attitudini in maniera oggettiva.
Serve ancora il Curriculum?
Io direi di sì, a meno che non riusciamo a far apprezzare quello che sappiamo fare e i nostri obiettivi in altro modo, per esempio coltivando la nostra rete di contatti e il personal brand. Di sicuro, in tutte le situazioni, ci serviranno la consapevolezza per individuare le nostre skills che contano e la capacità comunicarle bene al pubblico al quale ci riferiamo Ecco perché, oltre che come “strumento” scritto per la candidatura, il CV può essere un valido esercizio di autoconsapevolezza: una sorta di canovaccio che ci permetta di avere un filo conduttore per narrarci.
Come scrivere un curriculum da innovatori
Per rendere omaggio all’ Anno Europeo delle Competenze ecco i miei consigli. Il Cv come esercizio di autoconsapevolezza può essere un esercizio pregresso alla redazione del Cv testuale. Per fare questo dobbiamo individuare e appuntarci su un supporto:
COSA CERCO
- A quale posizione o ambito professionale ci stiamo candidando?
COSA POSSO OFFRIRE
- Quali tra le mie esperienze o competenze ti aiutano di più? Quali di meno e che quindi potresti non dire?
- A supporto del punto precedente, so raccontare delle esperienze a supporto in massimo tre bullet point?
- So individuare tre risultati concreti dei quali posso citare dati, numeri o persone coinvolte?
A CHI PARLO
- A chi mi rivolgo? La struttura come e cosa comunica?
- Ci sono interessi dei quali ti piacerebbe parlare e che ti potrebbero portare valore?
Questo potrà essere utile sia per creare un curriculum ma anche per impostare un proprio brand alla base di un profilo Linkedin o di un’altra attività di content Creation sui social.
Uno dei errori più comuni infatti è quello di raccontarsi in generale, magari con aggettivi, senza esempi concreti oppure inserire tutte le esperienze in una linea del tempo nella vana speranza che la persona che legge abbia la bontà di interpretare qual è il lavoro più adatto per il nostro profilo.
Saper scrivere di sé
Per quanto riguarda il CV testuale invece, non sto qui a darti del modelli o dei layout ma solo un’indicazione come guida per le tue scelte: poco e chiaro è nettamente meglio di tanto e dettagliato. Questo perché ci legge, il più delle volte lo fa da schermo (fisso o mobile) e nei pochi momenti dedicherà la sua attenzione alla cosiddetta lettura a F ovvero:
- Scorrerà le prime righe superiori, dove ti consiglio di mettere il nome e una qualifica che rappresenti la posizione alla quale ti stai candidando
- Scenderà verticalmente le varie sezioni che ti consiglio di evidenziare chiaramente con dei titolati a contrasto
- Si soffermerà sulla sezione più rilevante dal punto di visto di ingombro grafico, che si spera essere anche quella relativa alla tua esperienza più importante
Quindi, come insegnano le logiche di TikTok, il gancio iniziale fa la differenza e setta le aspettative: mai dimenticare quindi di mettere tutto quello che ci qualifica di più, nella parte alta del documento.
Come lo arricchiamo?
Grafici, illustrazioni, infografiche, avatar? Opinione mia, da dosare con cura. Posso essere infatti molto belli da vedere ma purtroppo poco funzionali in quanto poco comprensibili ad uno sguardo veloce e non leggibili dai software che fanno screening ovvero gli ATS (applicano traccino system). Lunghezza? Siamo su una pagina con una corretta disposizione equilibrata del testo. E temi di tralasciare dei dettagli importanti, ecco le risorse per espandere il contenuto senza appesantire la pagina.
Video Presentazione con Canva: questo tools anche nella versione gratis, ci permette di aggiungere un video di presentazione. Basta andare in “Condividi” > “Presenta” > “Accedi allo studio di registrazione”. Avremo poi un link che potremo aggiungere al nostro curriculum.
QR code: ormai insostituibile ti aiuta a collegare il tuo Cv al tuo sito personale o meglio ancora al tuo portfolio. Dove poter vedere i tuoi lavori principali. Per crearlo gratis ci sono diversi siti, tra i più raccomandati Adobe Express QR Creator
Open Badge: Ormai sempre più diffusi, sono delle piccole immagini collegati a metadati che consentono di mostrare l’avvenuto superamento di un corso e accedere agli ulteriori dettagli su valutazione, data di scadenza ecc…
Diplomi autenticati con blockchain: Società come Accredible sono state tra le prime ad inserire tecnologia blockchain nell’autenticazione dei diplomi di studio. Ogni studenti ha a disposizione delle credenziali per automaticamente scaricare copia del titolo e tutte le informazioni connesse.
Il test finale
Infine, sembrerà banale ma aiuta tantissimo: come in ogni prototipo, procediamo con un A/B test. Mostriamo il nostro Cv o la pagina Linkedin, oppure quello che vogliamo ci rappresenti, ad una persona terza e raccogliamo i suoi feedback. Si capisce cosa cerco? Sono chiare le mie competenze? In una decina di secondi cosa hai afferrato di me?