Jobby favorisce il lavoro temporaneo flessibile, trasparente, regolamentato e tracciato. Il suo giro d’affari è pari a quasi 2 milioni di euro
Jobby, piattaforma digitale che incrocia domande e offerte di lavoro temporaneo, continua a crescere e segna, oggi, oltre 30.000 prestazioni di lavoro flessibile gestite nei primi nove mesi del 2021 (+100% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). “Jobby è nata come startup innovativa e piattaforma di lavoro flessibile nel 2016, a Milano, per rendere il lavoro accessibile grazie alla tecnologia”, afferma il CEO di Jobby, Andrea Goggi. Grazie a un algoritmo proprietario, Jobby identifica il miglior abbinamento tra aziende e lavoratori con l’obiettivo di costruire un mercato del lavoro inclusivo, aperto ed etico diffondendo il paradigma che lavoro flessibile non equivale a lavoro precario o non tutelato. “Si rivolge al B2B e il lavoro viene reso accessibile grazie alla tecnologia. La nostra community è molto flessibile e, ad oggi, rappresentiamo un vero e proprio ecosistema tecnologico“, afferma il CEO.
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Jobby: come funziona
“La piattaforma si rivolge al B2B: tutto viene generato automaticamente e digitalmente e il lavoro viene reso accessibile grazie alla tecnologia – spiega Andrea Goggi – Jobby non si limita a creare contatti, ma ad avere sempre sott’occhio l’intera gestione del rapporto di lavoro: dalla fase di selezione al matching fino alla generazione del contratto, che viene conservato in piattaforma, offrendo una soluzione completa. Inoltre, Jobby vuole abbattere qualsiasi tipo di discriminazione non facendo, ad esempio, distinzioni di sesso nella ricerca del lavoro e offrendo la garanzia di essere tutelati a livello contrattuale con il percepimento di un compenso adeguato. In questo senso, forniamo anche una copertura assicurativa e garantiamo la frequenza dei pagamenti con un modello occupazionale completamente trasparente, regolamentato e tracciato. Con il Covid c’è stata un’accelerazione nel nostro settore; il mercato è maturato e anche lo stesso concetto di flessibilità in ambito lavorativo ha vissuto un’evoluzione”.
Complessivamente, i compensi erogati ai propri workers sono stati, in totale, più di 1 milione e 300 mila euro. In crescita anche il giro d’affari complessivo che ha registrato quasi 2 milioni di euro. Si tratta di un trend positivo che ha riguardato anche le ore lavorate, oltre 153.000. Mese dopo mese, sia l’andamento dei job chiusi che il numero dei nuovi utenti è stato costante ed è cresciuta anche la copertura territoriale di Jobby, che negli ultimi 3 mesi è sbarcata in Campania, Puglia e Sicilia, confermando la presenza sull’80% delle regioni italiane. “L’Italia è molto indietro quando si parla di lavoro flessibile, che viene ancora concepito come precario e privo di qualsiasi tutela per il lavoratore. Eppure, in questo particolare momento post-pandemico, flessibilità e digitalizzazione possono essere la soluzione ideale per reimmettere nel flusso occupazionale sia chi ha perso il lavoro a 50 anni sia i giovani neet che non sono riusciti ancora ad inserirsi nel mercato e anche chi, dopo quasi due anni di restrizioni, ha deciso di lasciare il lavoro per rivedere il proprio ordine di priorità – ha dichiarato il CEO – La velocità del digitale e la flessibilità del lavoro temporaneo, che Jobby offre con regolare contratto, assicurazione e senza dumping salariale, viene incontro sia ai lavoratori che alla aziende, che hanno bisogno di ricercare personale senza rallentare il ritmo della ripartenza con lunghe procedure di assunzione”.
Ambizioni e prospettive future
Jobby ha sviluppato due linee di business capaci di mettere a disposizione servizi diversi a seconda del target: JOBBY STAFF, la soluzione dedicata alle aziende che permette loro di trovare e gestire la propria forza lavoro, e JOBBY EASY, creata per operatori retail e della grande distribuzione per proporre ai propri clientiservizi su misura e consulenza di alta qualità a domicilio o in remoto. In questo caso, Jobby svolge il ruolo di fornitore di servizi a queste grandi realtà, tra cui Media World, Unieuro e Leroy Merlin.
“In generale, possiamo dire che il volume delle richieste sta aumentando e viaggiamo su una crescita del 100% di anno in anno. Entro la fine dell’anno vorremmo contare intorno alle 50.000 prestazioni di lavoro, per circa 250mila ore di lavoro svolte – conclude il CEO – In questo momento siamo concentrati sul mercato italiano; nei grandi centri urbani, dove c’è terreno fertile per la nostra crescita con due linee di business che ci hanno permesso di coprire l’80% delle Regioni italiane”.