I prossimi mille unicorni saranno startup che renderanno la transizione energetica accessibile a tutti. E ancora, per Fink le aziende devono pagare meglio i loro lavoratori e occuparsi della loro salute mentale
L’AD e fondatore di BlackRock (il più grande asset manager globale, con oltre 10mila miliardi di dollari in gestione) Larry Fink ha scritto (inviato e pubblicato) la sua lettera per l’anno 2022 agli Amministratori Delegati di tutte le aziende nelle quali ha investito. Una lettera nella quale traccia un percorso non privo di ostacoli per gli AD che devono adeguarsi ai nuovi cambiamenti dell’era in corso. Pena? Il rischio e pericolo di non salvarsi. Un peso centrale viene assegnato al nuovo mondo del lavoro, completamente cambiato con l’arrivo della pandemia da Covid-19. In tutto il mondo i lavoratori stanno chiedendo qualcosa di più ai loro datori di lavoro, incluse una maggiore flessibilità e mansioni più significative. Cosa state facendo per consolidare il legame con i vostri dipendenti? Come vi state assicurando che i dipendenti, indipendentemente dal loro background, si sentano abbastanza al sicuro da dare libero sfogo alla loro creatività, innovazione e produttività? Il luogo e le modalità di lavoro non torneranno più a essere quelli di prima.
I quattro punti principali della lettera di Fink
I punti principali tracciati nella sua lettera ai Ceo sono quattro: il nuovo mondo del lavoro, secondo cui nessun rapporto ha subito più modifiche a causa della pandemia di quello tra datori di lavoro e dipendenti. Le nuove fonti di capitale che alimentano le turbolenze di mercato, per cui le imprese giovani e innovative non hanno mai goduto di un accesso più facile al capitale. Non c’era mai stato così tanto denaro a disposizione per far sì che le nuove idee diventassero realtà. Grazie a tutto ciò, si sta sviluppando un panorama dinamico e innovativo. Significa che quasi ogni settore può contare su un elevato numero di startup dirompenti che cercano di spodestare i leader di mercato. Se non vogliono perdere competitività a favore di realtà più piccole e dinamiche, i CEO delle società consolidate devono comprendere questo contesto in continuo divenire e l’eterogeneità delle fonti di capitale a disposizione.
Terzo punto, capitalismo e sostenibilità, per cui la maggior parte degli stakeholder – dagli azionisti, ai dipendenti, ai clienti, fino alle comunità e ai regolatori – ora si aspettano che le imprese giochino ognuna il proprio ruolo nel prendere parte al processo di decarbonizzazione dell’economia globale. Infine, uno dei suggerimenti più interessanti del numero uno di BlackRock, quello di dare ai clienti la possibilità di scegliere sui voti Esg. Il capitalismo degli stakeholder consiste nel fornire rendimenti a lungo termine e duraturi per gli azionisti. E la trasparenza sulla pianificazione della vostra azienda per un mondo a zero emissioni nette costituisce un tassello importante. Ma è solo una delle tante informative che noi, e altri investitori, chiediamo alle imprese. In qualità di gestori del patrimonio dei nostri clienti, chiediamo alle imprese di dimostrarci come intendono assumersi le proprie responsabilità nei confronti degli azionisti, anche attraverso solide pratiche e politiche ambientali, sociali e di governance.
Le 1.000 imprese “unicorno”
Le prossime 1.000 imprese “unicorno” non saranno motori di ricerca o social media, bensì innovatori sostenibili e scalabili; startup che aiutano il mondo a decarbonizzarsi e rendono la transizione energetica accessibile a tutti i consumatori. Dobbiamo essere onesti e ammettere che, ad oggi, i prodotti ecologici spesso costano di più. Abbattere questo sovrapprezzo sarà essenziale per riuscire a implementare una transizione ordinata e giusta. Con la disponibilità, senza precedenti, di capitale in cerca di nuove idee, gli operatori esistenti devono essere chiari circa il proprio percorso verso il successo nell’economia dello zero netto. E non sono solo le startup che possono, e vogliono, sovvertire i settori. Anche gli incubatori coraggiosi possono, e devono farlo. In realtà, molti operatori esistenti hanno un vantaggio in termini di capitale, conoscenza del mercato e competenze tecniche su scala globale necessarie per un futuro dirompente.
La nostra domanda per queste aziende è: cosa state facendo per stravolgere il vostro business?
Come vi state preparando e come state partecipando alla transizione verso l’azzeramento delle emissioni?
Via via che il vostro settore viene ridisegnato dalla transizione energetica, vi estinguerete come il dodo o risorgerete dalle vostre ceneri come la fenice?
Le imprese incapaci di adattarsi, indipendentemente dal settore in cui operano, rimarranno indietro. E varrà lo stesso per le città e i Paesi che non pianificano il loro futuro. Rischiano di perdere posti di lavoro, anche se a vantaggio di altri luoghi. La decarbonizzazione dell’economia sarà accompagnata da un’ingente mole di nuovi posti di lavoro per coloro che si dedicheranno alla necessaria pianificazione a lungo termine.
Il nuovo mondo del lavoro
Nessun rapporto ha subito più modifiche a causa della pandemia di quello tra datori di lavoro e dipendenti. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, il tasso di licenziamento è ai massimi storici. E proprio negli Stati Uniti stiamo assistendo a una delle maggiori crescite salariali degli ultimi decenni. È positivo che i lavoratori stiano cogliendo queste nuove opportunità: dimostra la loro fiducia nella crescita economica.
Se, da un lato, il ricambio della forza lavoro e l’incremento delle retribuzioni non sono un tratto trasversale di ogni regione o settore, in tutto il mondo i dipendenti stanno chiedendo qualcosa di più ai loro datori di lavoro, incluse una maggiore flessibilità e mansioni più significative. Sebbene l’uscita dalla pandemia per le aziende sia un’occasione di ricostruzione, i CEO si trovano davanti a un paradigma radicalmente diverso da ciò a cui eravamo abituati. La normalità prevedeva che i dipendenti andassero in ufficio cinque giorni alla settimana. Raramente si parlava di salute mentale sul luogo di lavoro e i salari della manodopera a basso e medio reddito crescevano a malapena.
Quel mondo non esiste più
Le maggiori richieste dei lavoratori nei confronti dei loro datori di lavoro è un tratto essenziale di un capitalismo efficace. Favorisce la prosperità e crea un clima più competitivo per i talenti, spingendo le aziende a creare ambienti migliori e più innovativi per i loro dipendenti – azioni che, a loro volta, le aiuteranno a generare maggiori profitti per gli azionisti. Le società che agiscono in questo modo stanno già raccogliendo i frutti di quanto seminato. La nostra ricerca mostra che le società che hanno instaurato legami solidi con i loro dipendenti hanno registrato livelli più bassi di turnover e rendimenti più alti nel corso della pandemia.
Le società che non si adeguano a questa nuova realtà, e non danno seguito alle istanze dei loro dipendenti, lo fanno a loro rischio e pericolo. Il turnover della forza lavoro fa aumentare le spese, abbassa la produttività ed erode la cultura e la memoria aziendale. I CEO devono domandarsi se stanno creando un ambiente che li aiuta a competere per i talenti.
Creare un ambiente come quello prospettato è più complesso che mai, e va oltre le questioni legate alla retribuzione e alla flessibilità. Oltre a sovvertire il rapporto con il luogo fisico in cui lavoriamo, la pandemia ha anche fatto luce su questioni come l’uguaglianza etnica, l’assistenza all’infanzia e la salute mentale, rivelando il divario tra le aspettative generazionali sul lavoro. Questi temi ora sono al centro della scena per i CEO, che devono riflettere attentamente su come usare la loro voce per creare sinergie sulle questioni sociali che stanno a cuore ai loro dipendenti. Coloro che si mostrano umili e non perdono di vista il proprio scopo hanno maggiori probabilità di riuscire a costruire quel tipo di legame che perdura per tutta la vita lavorativa di un individuo.
BlackRock intende comprendere in che modo questa tendenza stia influenzando il vostro settore e la vostra azienda.
Cosa state facendo per consolidare il legame con i vostri dipendenti?
Come vi state assicurando che i dipendenti, indipendentemente dal loro background, si sentano abbastanza al sicuro da dare libero sfogo alla loro creatività, innovazione e produttività? Come vi state assicurando che il vostro CdA implementi la giusta vigilanza su questi temi cruciali?
Il luogo e le modalità di lavoro non torneranno più a essere quelli di prima. In che modo la cultura della vostra azienda si sta adattando a questo nuovo mondo?