Se si esclude lo stipendio fisso, la PA ha sempre esercitato scarso appeal sui giovani. Ma le cose potrebbero cambiare se, oltre alla digitalizzazione in atto, seguissimo l’esempio irlandese, come ci racconta Fabiana Andreani, una delle massime esperte italiane in orientamento e carriera, seguitissima sui social
Federica viene dalle Marche e ora risiede a Dublino. Dopo una laurea in Beni Culturali, adesso lavora come educatrice per l’infanzia. La conosco in occasione di una consulenza individuale dove mi confida aver ricevuto un’offerta di lavoro dal sistema sanitario nazionale irlandese. Stupita le chiedo come sia possibile e se abbia la cittadinanza. No. Federica mi spiega che in Irlanda, a causa popolazione ridotta come pure delle tante possibilità nelle corporate del tech, le amministrazioni locali abbiano iniziato a gestire le selezioni come se fossero aziende. Ovvero facendo campagne di recruitment, semplificando la lingua degli annunci e le modalità di selezione e, soprattutto, aprendo le candidature anche cittadini UE o extraUE in possesso di visto lavorativo.
Questa semplificazione e apertura mi ha fatto pensare al nostro Paese dove la PA sta cercando di avvicinarsi alle nuove generazioni. Nel 2023 ho infatti avuto modo di partecipare come ospite ad alcuni career day universitari e la grande sorpresa è stata quella di ritrovarmi tra gli espositori pure lo stand della Pubblica Amministrazione. Sì, la PA fa capolino in questi eventi per non perdere terreno nella ricerca dei talenti che, anno dopo anno, si prevede più difficile a causa del ricambio generazionale, della denatalità e anche di un diverso significato del valore del lavoro. Il “posto figo” dello spot al centro della scena mediatica di qualche mese fa, prima che altre polemiche social rubassero il campo, gode infatti di una percezione dicotomica da parte dei late Millennial e GenZ. Se da un lato, la PA soddisfa le esigenze di stabilità e stipendio sicuro, che ricerche come Deloitte 2023 GenZ Millennial Survey o Randstad Workmonitor hanno messo in luce tra le priorità di queste generazioni, non viene però vista come il miglior posto dove poter aver spazio di ascolto, riconoscimento del contributo individuale e di crescita meritocratica.
Amore e odio per la PA
Parlando con la mia community di Instagram, più volte è venuto fuori il pensiero di ragazzi e ragazze che puntano al percorso nella pubblica amministrazione per la sicurezza ma anche per eventuali orari ridotti che possono “lasciarmi il tempo di dedicarmi alle mie cose”. Chi studia materie nel campo sanitario – medico invece vede il settore come una scelta obbligata, ma non sempre la migliore in termini di retribuzione e crescita. D’altra parte, l’idea di essere fermi tanto a lungo in uno stesso posto o di avere la burocrazia come interlocutore principale per esprimere il proprio talento spaventa i più. E questo fa abbracciare l’idea di costruirsi una carriera a propria misura, anche freelance.
La PA è online
La pubblica amministrazione qualcosa lo sta facendo: dall’introduzione del portale InPA dove è possibile la consultazione delle singole offerte sul territorio, la digitalizzazione e riorganizzazione in senso partecipativo di INPS raccontato anche on-line (qui il pezzo di Harvard Business Review Italia), fino alla bozza di decreto che prevede la possibilità per la Pubblica Amministrazione di assumere con contratto di apprendistato fino a 36 mesi giovani fino a 24 anni su tutto il territorio. Posizioni e stipendi competitivi sembrano essere la leva di attrazione principale dei prossimi anni su chi si affaccia al mondo del lavoro.
Lavorare in Irlanda? Perché no
Tornando in Irlanda, il sito da consultare per avere visione sulle posizioni aperte è questo. Basta uno sguardo anche sulle job categories per scoprire come l’intero comparto del pubblico sia pensato sulla base di settori o funzioni aziendali, con grande spazio anche a figure operanti nei settori della cultura, archivi e biblioteche. Le posizioni sono poi corredate da un booklet di riferimento chiaro sui requisiti, ruoli, modalità di selezione e salari. Senza dubbio che, pur essendo in inglese o gaelico, sono documenti molto più chiari dei nostri bandi. Altro “segreto” che Federica mi rivela è che le posizioni sono spesso su Indeed indicizzate come Public Sector e basta attivare un alert per avere via mail notizia delle varie vacancies aperte. Lo stipendio è adeguato? Nel pubblico in Irlanda, vige il Pay Scale ovvero una retribuzione progressiva con aumenti annuali, quindi all’inizio possono essere più bassi del privato, ma comunque sempre nel rispetto del salario minimo di 11,30 euro, con un aumento costante nel tempo. Ovviamente dipende anche dal settore di expertise e dal grado di seniority di entrata. Potrebbero essere opportunità anche per chi vuole fare un’esperienza oltre manica? Io direi di sì. Intanto l’intervista che ho fatto a Federica, la trovi qui.