Le persone si sono stancate di stare in posti dove non vengono valorizzate e sono mal retribuite. Il nostro longform domenicale ospita Massimo Rosa, uno tra gli head hunter più social al mondo e autore del libro “Il Codice delle Risorse Umane”. E allora: quale mercato ci attende? E quali prospettive per il 2024?
Vi siete mai chiesti se il mondo del lavoro sia messo così male come sembra trasparire dalle testimonianze che gli utenti lasciano nei principali social? Per me sta peggio, molto peggio. Quello che intravediamo grazie alle testimonianze degli internauti è solamente la punta dell’iceberg di un malessere che sta ormai permeando tutte le categorie sociali di lavoratori e non mi riferisco solamente ai blue collar, intendo anche gli impiegati, middle management e dirigenti.
Le persone sono al centro?
Anche se da decenni le aziende si fregiano dello slogan “le persone al centro” un impoverimento progressivo dell’attenzione all’uomo ed alle sue esigenze è palese. Ma a cosa è dovuto tutto questo? Credo che principalmente sia a causa dell’inasprimento della competizione nel mondo degli affari. Le aziende sono sempre più focalizzate sulla massimizzazione dei profitti e sulla crescita rapida, spesso a discapito di altri aspetti cruciali come il benessere dei dipendenti. In un mercato globale altamente competitivo, il management è concentrato solamente sull’incremento della produttività e sulla riduzione dei costi. Poi naturalmente anche la natura evolutiva del lavoro stesso ha giocato un ruolo significativo. Con l’avvento della tecnologia e la diffusione del lavoro remoto, molte aziende hanno sperimentato un cambiamento nel modo in cui i dipendenti interagiscono e svolgono le proprie mansioni rendendo più difficile realizzare programmi di benessere che rispondano alle esigenze di una forza lavoro sempre più diversificata e distribuita. In ultimo la mancanza di consapevolezza riguardo ai benefici tangibili che un solido programma di benessere può apportare. Molti dirigenti non sono pienamente consapevoli dei legami tra benessere dei dipendenti, produttività e retention e non lo percepiscono come un investimento, ma al contrario lo vedono come una spesa superflua, trascurando i vantaggi a lungo termine che un ambiente di lavoro sano può offrire.
I bisogni dei lavoratori
La domanda “Cosa trattiene e fa star bene le persone in azienda?” apre il mio libro Il Codice delle Risorse Umane. Ho trascorso i miei 35 anni di carriera occupandomi di Executive Search, a stretto contatto con le persone, effettuando migliaia di colloqui, raccogliendo testimonianze e preoccupazioni. Questo mestiere mi ha sensibilizzato moltissimo ai bisogni reali dei lavoratori, a quello che solitamente non si dice in pubblico e mi ha reso consapevole del fatto che il “sistema” non funziona come dovrebbe. Quindi partendo proprio da quella domanda, ho cercato di distillare in un Manuale di facile utilizzo le migliori metodologie di ricerca, selezione ed ingaggio del personale disponibili sul mercato utilizzate da quelle aziende che io definisco del “buon lavoro”. Applicando gli step del “Programma 30 giorni” sono moltissime le aziende che potranno trasformarsi in vere e proprie “calamite per talenti” e cominciare a macinare nuovi utili anche attraverso il benessere dei propri dipendenti, proprio come le testimonianze giornaliere che ormai ci provengono da tutta Italia.
Tralasciando le multinazionali di richiamo che possono ancora permettersi di “triturare” e “macinare” le persone come gli pare (ma anche per loro durerà poco), la maggior parte delle imprese sta constatando che l’aria è cambiata e gestire una sana politica di engagement non è così facile. Le persone si sono davvero stufate di stare in posti dove non vengono valorizzate, mal retribuite e in alcuni casi addirittura bullizzate, hanno capito che non ne vale la pena e hanno cominciato a scegliere. Mi piace dire anche che il benessere del dipendente è il re perché riassume perfettamente il periodo storico che stiamo attraversando e che se da una parte stiamo arrivando a questi concetti in maniera del tutto naturale dall’altra dobbiamo constatare che nonostante si parli di crisi dei posti di lavoro esiste la necessità reale di creare posti di lavoro di qualità che soddisfino le persone. L’obiettivo principale di ogni buon capitano d’impresa moderno deve diventare quello di creare ambienti di lavoro dove i lavoratori si sentano a loro agio, la sua principale missione dev’essere quella di indurre le persone a considerare il rischio di lavorare con lui. Allineare le aspettative delle persone a quanto la sua azienda offre loro è un successo conclamato. Considerando che senza i dipendenti nessuno avrebbe un business credo sia palese rendersi conto che la soddisfazione del cliente finale tramite prodotti o servizi è possibile solamente se a monte esiste la soddisfazione dei collaboratori e dipendenti.