Secondo la Stampa, dopo circa 12 mesi, su 1,5 milioni di richiedenti reddito di cittadinanza e potenzialmente assumibili, siglati appena 100mila contratti indeterminati
Che non fosse un sistema destinato a partire con lo sprint lo immaginavamo bene, conoscendo la situazione in cui versa l’asfittico mercato del lavoro nostrano. Che nell’ultimo periodo il Covid abbia cancellato parecchi colloqui di lavoro mentre la paura di una imminente crisi economica sta congelando la propensione all’investimento di tante imprese, è un dato di fatto. Ma i numeri raccolti oggi dalla Stampa, dopo circa un anno dall’istituzione dei navigator, sono comunque di gran lunga inferiori alle aspettative.
Navigator in numeri
Secondo il quotidiano di Torino, che ha interpellato l’Anpal Servizi, la società che opera sotto il controllo dell’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro e che ha formalmente assunto i navigator, tra i quasi 3 milioni di beneficiari del reddito di cittadinanza, gli occupabili sono circa la metà, ovvero 1, 5 milioni e finora ne sarebbero stati contattati quasi 800mila.
In tutta Italia i navigator, ovvero coloro che hanno il compito di istruire chi è in cerca di impiego e di trovare loro un lavoro, sono al momento 2846. Hanno comunque avuto davvero poco tempo per aiutare l’esercito di disoccupati: infatti, nonostante abbiano iniziato formalmente a operare lo scorso settembre, quindi un anno fa, solo a dicembre 2019 hanno ultimato il periodo di affiancamento con il personale del Centri per l’impiego e sono stati messi in carreggiata.
L’inciampo del Covid
Dopodiché, a marzo hanno subito, come tutti, il black out del Coronavirus che li ha costretti a esercitare un lavoro che non avevano mai fatto prima nelle forme dello smart working. Ma senza colloqui di lavoro fisici e con un mercato del lavoro congelato dalla paura di una imminente crisi economica, hanno potuto fare ben poco.
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Quanti ex disoccupati lavorano grazie ai navigator?
Secondo il reportage pubblicato oggi sulla Stampa, a livello nazionale, le persone che hanno avuto un contratto di lavoro dopo aver percepito il reddito di cittadinanza sono 196.046. Di queste, però, solo il 20% ha messo le proprie mani su contratti a tempo indeterminato, il 60% ha stipulato infatti contratti a scadenza e il restante 20% ha accettato altre tipologie contrattuali come somministrazione e collaborazione. Con il risultato che, un anno dopo, solo 100.779 ex disoccupati lavorano ancora. Gli altri, probabilmente, sono tornati a percepire il reddito di cittadinanza, misura che solo nel 2019 è costata 4 miliardi mentre quest’anno dovrebbe costarne ben 6.