Quest’estate il crollo in Borsa (-26,5%) a seguito dello stop al finanziamento del progetto Sunrise Wind, iniziativa di eolico offshore. E oggi la danese Orsted, tra i Big dell’energia rinnovabile, ha annunciato un taglio di circa 2mila posti d lavoro entro la fine del 2027. Con questa spending review l’impresa mira a concentrarsi sul mercato europeo.

Perché Orsted è in crisi?
I licenziamenti annunciati riguardano un quarto dei dipendenti della società. La ristrutturazione avverrà in varie modalità: uscite volontarie, riduzione delle posizioni, disinvestimenti, esternalizzazioni e licenziamenti. Orsted ha fatto sapere che il primo esubero di circa 500 dipendenti – 235 in Danimarca – sarà effettuato entro la fine del 2025.
Il Ceo Rasmus Errboe ha spiegato che questi tagli sono «conseguenza necessaria della nostra decisione di concentrare la nostra attività e del fatto che nei prossimi anni completeremo il nostro ampio portafoglio di costruzioni, motivo per cui avremo bisogno di meno dipendenti». Con questi licenziamenti, l’azienda si attende un risparmio annuo di circa 270 milioni di euro a partire dal 2028.

Orsted, la storia in breve
La società ha cambiato nome, in Orsted, nel 2017. Fondata nel 1972 come Dansk Naturgas A/S per gestire il gas del Mare del Nord, nel 2006 è diventata DONG Energy (“Danish Oil and Natural Gas”), frutto di una fusione tra varie utility danesi e l’azienda statale del gas. Nel 2009 ha abbracciato una strategia per votarsi alle rinnovabili. Nel 1991 aveva inaugurato Vindeby, il primo parco eolico offshore del mondo.