Nove imprenditori su dieci ne sono consapevoli. Uno studio internazionale individua cinque tipologie di manager, in base alla loro attenzione nei confronti dei dipendenti
La qualità della vita dei dipendenti è una priorità per gli imprenditori? A quanto pare sì. Lo rivela lo studio internazionale condotto dall’istituto Tailor Nelson Sofres per Sodexo Benefits & Rewards su oltre 800 imprenditori di tutto il mondo (con aziende da 10 a 100 dipendenti).
Lavoratori soddisfatti = migliori performance
Un’attenzione crescente dimostrata dagli investimenti nel welfare aziendale, con qualche eccezione. Se è vero infatti, che sempre più aziende sono a conoscenza dei benefici che una buona qualità della vita sul luogo di lavoro può portare in termini di efficienza e produttività (nove imprenditori su dieci si dicono consapevoli), è altrettanto vero che non tutti si comportano allo stesso modo.
«I manager intervistati riconoscono il rapporto causa-effetto positivo tra lavoratori soddisfatti e risultati economici – spiega Silvia Burigana, Marketing & Communication Director di Sodexo Benefits & Rewards – Quello che oggi manca è l’applicazione metodica di tali misure, adottate in numero insufficiente alle necessità dell’azienda, che si ritrova a dover fronteggiare difficoltà nell’ingaggiare risorse di valore e contrastare l’assenteismo».
Come prendersi cura dei dipendenti
Come si comportano dunque i manager a livello mondiale quando scelgono d’intervenire con misure concrete a favore della forza lavoro? In generale, nonostante le difficoltà, chi ha attivato almeno una misura a favore dei dipendenti ha notato, nel 78% dei casi, un miglioramento generale dell’atmosfera sul luogo di lavoro. C’è stato poi un aumento della produttività (69%) e un miglioramento della reputazione aziendale (66%).
Inoltre percentuali molto alte di intervistati (tra l’80% e il 90%) individuano in un ambiente lavorativo positivo, nel riconoscimento del merito e nella formazione del personale, gli elementi fondamentali per migliorare la qualità della vita delle persone all’interno delle aziende.
Insomma, come specifica lo studio, “dimmi come ti prendi cura dei tuoi dipendenti e ti dirò che manager sei”. In base al loro approccio e agli interventi effettuati a favore della qualità della vita dei lavoratori infatti, i ricercatori ha stilato una lista delle cinque “tribù degli imprenditori” attualmente esistenti. Eccole.
Gli agnostici (26%). Si tratta della “tribù” più grande. Questi manager, a capo di aziende con più di 20 dipendenti, implementano diverse misure a favore della qualità della vita sul luogo di lavoro. In realtà, non c’è una vera presa di coscienza dell’impatto sulle performance, ma lo fanno per attrarre nuovi talenti e ridurre l’assenteismo.
I contrari (24%). Il gruppo dei contrari non crede a una correlazione tra qualità della vita e risultati. Ecco perché investe meno degli altri su misure a favore della salute o dell’equilibrio vita-lavoro dei propri collaboratori. Le loro priorità sono: innovatività, salute finanziaria e reputazione dell’azienda.
I convinti (22%). C’è poi una buona percentuale di “Convinti”, ossia manager con un alto livello d’istruzione, sicuri dell’impatto positivo sui risultati aziendali delle misure a favore dei dipendenti. Tali imprenditori sono maggiormente propensi a migliorare l’ambiente di lavoro, favorendo riconoscimenti economici e percorsi di carriera.
I pragmatici (16%). Sono soprattutto imprenditori “senior”, che puntano al benessere fisico dei collaboratori facendo attenzione al loro salario, ma non alla qualità della vita in azienda. Attenti alle performance e alle polizze, hanno una scarsissima attenzione per aspetti come nutrizione, sport e flessibilità. Questo gruppo spesso ha forti problemi nel ridurre l’assenteismo, trattenere i dipendenti e attrarre nuovi talenti.
Gli esploratori (12%). La percentuale minore è rappresentata da manager desiderosi di sperimentare che, solitamente, conducono aziende di servizi da più di 20 dipendenti. All’interno di queste realtà, adottano diverse misure a favore della qualità della vita, investendo su potere d’acquisto, flessibilità, salute e formazione dei collaboratori. Riscontrando meno problemi di altri in termini di assenteismo e capacità di attrarre collaboratori validi.