STMicroelectronics, l’azienda dei chip che opera a livello globale con 9 sedi in Italia, ha proposto una riorganizzazione che prevede centinaia di esuberi nel 2027. In particolare, nella sede di Agrate Brianza sono 800 i lavoratori a rischio. E mentre si attende la convocazione a Roma, i sindacati non ci stanno. «È un modo per scaricare sui lavoratori gli errori della dirigenza», ha dichiarato alle telecamere della TRG Lombardia Enrico Vacca, segretario generale della Fim Cisl Monza Brianza.
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I progetti italiani di STMicroelectronics
Solo lo scorso anno la STMicroelectronics aveva annunciato la costruzione di una fabbrica di chip in Sicilia, a Catania grazie a un finanziamento da 2 miliardi di euro da parte della Commissione europea. Nello specifico, l’impianto si sarebbe occupato di dispositivi di potenza al carburo di silicio. Complessivamente, l’investimento richiederà 5 miliardi di euro e, come riporta Reuters, l’obiettivo principale di questa fabbrica sarà alimentare la crescente domanda di componenti per batterie nel comparto automotive. Insomma, sembrava che tutto andasse a gonfie vele, e invece è arrivata un’amara sorpresa per i dipendenti di STMicroelectronics.
L’utile netto della compagnia, che produce componenti elettronici a semiconduttore, è calato di quasi il 90% su base annua. E ora il piano di riorganizzazione potrebbe portare a 800 esuberi solo nel sito brianzolo. Centinaia nell’arco di un paio di anni. I sindacati si sono subito fatti sentire. All’appello di Vacca si è unito anche Vittorio Sarti, coordinatore di Lombardia Uilm, che alla RAI ha detto: «Siamo in attesa della data della convocazione al ministero perché su quel tavolo vogliamo discutere».