La manovra 2025, dal valore complessivo di quasi 30 miliardi di euro, prevede tra le varie misure anche prelievi e tasse. Per quanto riguarda l’ecosistema dell’innovazione quella che sta facendo più discutere è la web tax al 3% per tutte le realtà che operano nel settore digitale. Novità che, se approvata, metterebbe a rischio la sopravvivenza di molte aziende. Vediamo insieme tagli e tasse che riguardano il panorama tech e che, secondo alcuni profili che abbiamo intervistato, farebbero di questa manovra la meno amica delle startup.
Manovra, cosa prevede la novità sulla web tax
Sulla web tax abbiamo dedicato diverse interviste per ascoltare il parere di imprenditori, investitori ed esperti, tutti concordi nel dire che si tratta di una proposta ingiustificata e potenzialmente dannosa per migliaia di startup e PMI. Questo perché si pagherebbe una tassa del 3% sui ricavi derivanti dal digitale a prescindere dal fatturato.
Manovra, cosa cambia per le criptovalute?
La bozza della manovra 2025 ha stabilito un aumento dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze di Bitcoin e altre criptovalute: l’aliquota sale dal 26% al 42%. Si tratta di una novità criticata non soltanto dagli esperti del settore, ma in generale dai rappresentanti dell’ecosistema dell’innovazione, che non comprendono le ragioni per prendere di mira questi asset.
Riallineamento delle accise: cosa succede?
Da settimane è in discussione l’ipotesi di riallineare le accise sul carburante. Questo potrebbe comportare un aumento al distributore per chi ha veicoli diesel, mentre per la benzina le cose dovrebbero rimanere invariate.
Taglio al fondo automotive
Una novità criticata dal settore automotive è il taglio di 4,6 miliardi di euro al relativo fondo istituto diversi anni fa per accompagnare il comparto nelle transizioni verso l’elettrificazione.