Secondo il Juniper Research entro il 2025 1,4 miliardi di persone effettueranno pagamenti utilizzando software di riconoscimento facciale. La crescita dovrebbe essere del +120% in pochi anni: nel 2020 a ricorrere a questa tecnologia sono stati 671 milioni di consumatori. Come spiega la ricerca, l’implementazione del FaceID da parte di Apple avrebbe dato un’accelerazione allo sviluppo di software di riconoscimento facciale a livello globale. Tra i paesi più all’avanguardia in questa tecnologia svetta la Cina, che sfrutta soluzioni simili anche per garantire il controllo ferreo sulla popolazione. Subito dopo lo scoppio della pandemia è infatti emerso che le telecamere high tech cinesi riescono a riconoscere il volto delle persone anche quando indossano la mascherina.
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La ricerca ha anche analizzato che il ricorso al riconoscimento vocale per i pagamenti aumenterà nei prossimi anni: da 111 milioni di utenti nel 2020 si arriverà a oltre 704 milioni nel 2025. Trattandosi di nuove tecnologie, che possono insospettire o spaventare risparmiatori e gli stessi istituti, le analisi di Juniper Research suggeriscono che la migliore strategia sia quella di considerare un ampio spettro di riconoscimenti biometrici da implementare, che comprenda dunque riconoscimento facciale, impronte digitali e riconoscimento vocale per far sì che l’ambiente di pagamento sia sicuro.
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Le opportunità per allargare l’offerta degli smart payment dovranno comunque confrontarsi con i rischi. «Con la crescita della necessità di un ambiente di autenticazione mobile sicuro – spiega Susan Morrow, coautrice della ricerca – i produttori di smartphone dovranno rivolgersi sempre più a sistemi basati su hardware più robusti per tenere il passo con le tecniche messe in atto dai truffatori».