La settimana è partita col sereno per il presidente USA Donald Trump che, stando a quanto si legge sulla stampa, entro i prossimi giorni potrebbe stringere un accordo commerciale sui dazi e non solo con il suo omologo Xi Jinping. L’incontro è in programma giovedì prossimo in Corea del Sud, quando si terrà l’appuntamento più importante della tournée asiatica del tycoon.
Uno dei temi che avrebbe ammorbidito il presidente USA in tutti questi mesi e che ha spuntato la pericolosità dei suoi dazi contro Pechino è il fatto che la Cina oggi è il player globale di riferimento se si parla di estrazione, lavorazione e commercio delle terre rare. Se quei rubinetti venissero chiusi intere industrie globali – dalla difesa, all’automotive passando per l’elettronica – si troverebbero di fronte a un cigno nero.

Perché la Cina è leader nelle terre rare?
Come per ogni questione che riguarda la Cina e la sua supremazia in un contesto economico odierno, la risposta alle domande ci riporta indietro di parecchi decenni. Negli anni Ottanta Pechino ha avuto la lungimiranza di investire nell’estrazione delle terre rare, anticipandone il valore strategico futuro. I giacimenti di questi materiali critici non si trovano soltanto in Cina, ma in varie parti del mondo dove il governo comunista ha favorito il lavoro delle aziende con cospicui incentivi.

Alla fine del secolo scorso erano gli Stati Uniti a dominare il settore: in California la miniera di Mountain Pass era tra i principali produttori di terre rare. Per questioni anche di natura ambientale – estrarre è un’operazione altamente inquinante – quella realtà è stata chiusa favorendo così il competitor cinese. Sappiamo che la Cina sulle questioni legate a emissioni e ambiente è molto meno rigorista rispetto a quanto accade in Europa.

Quanto terre rare importano gli USA dalla Cina?
Al costo dei danni alla salute per le popolazioni e i lavoratori che orbitano attorno alle miniere, Pechino è riuscita così a conquistare il dominio delle terre rare. Queste ultime raggruppano 17 elementi estremamente preziosi per molte industrie. Durante una visita in Mongolia negli anni ’90 l’allora leader cinese Deng Xiaoping aveva pronunciato una frase entrata nella storia: «Il Medio Oriente ha il petrolio, la Cina ha le terre rare».
Il rapporto di forza odierno tra Cina e USA è evidente: tra 2020 e 2023 Washington ha importato il 70% di queste risorse da Pechino. Difficile che il recente accordo da quasi 9 miliardi di dollari siglato tra Stati Uniti e Australia riesca a rendere il Paese di Trump meno dipendente dal rivale.

