Per Andy Jassy, attuale Ceo di AWS, è (quasi) il momento della promozione
La data ufficiale per lo storico passaggio di consegne è il 5 luglio. Da quel giorno Jeff Bezos lascerà la carica di amministratore delegato di Amazon per cedere lo scettro di una delle multinazionali più potenti al mondo a Andy Jassy, Ceo del gioiello del gigante di Seattle AWS. L’annuncio era stato fatto mesi fa, quando i non addetti ai lavori hanno iniziato a conoscere il profilo di una figura tra le più vicine al fondatore di Amazon, entrato in azienda alla fine degli anni ’90. Dal 1994, quando Amazon era una semplice startup nata in un garage per vendere libri online (all’epoca tutti la giudicavano una follia), Bezos ha messo in piedi un impero di cui ora diventerà executive chairman, incarico che gli permetterà – stando alle sue parole – di dedicarsi ad altri suoi impegni nel campo della sostenibilità, dello Spazio e della filantropia.
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Bezos: e ora?
Stando al Bloomberg Billionaires Index, Jeff Bezos è (di nuovo) l’uomo più ricco del mondo (patrimonio stimato: quasi 190 miliardi di dollari). Fortuna che ha senz’altro accumulato grazie al suo intuito sul futuro del commercio online. Ma negli ultimi anni l’imprenditore ha dato prova di interessarsi non soltanto alle sorti di Amazon. Nel suo portafoglio conta ad esempio Blue Origin, azienda che sta guerreggiando con la rivale SpaceX di Elon Musk per competere nel mercato aerospaziale (dove ci sono commesse per la NASA e opportunità turistiche); in più vanno ricordate le centinaia di milioni di dollari che la Bezos Earth Fund ha destinato a ONG e iniziative in giro per il mondo che si impegnano contro i cambiamenti climatici.
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L’”addio” di Bezos ad Amazon non è dunque motivato dalla volontà dell’imprenditore di ritirarsi a vita privata. Come molti altri suoi colleghi, c’è da aspettarsi che l’imprenditore faccia parlare di sè per l’impegno nel sociale e nella filantropia. Al netto delle donazioni milionarie, è tuttavia evidente che nella lotta contro i cambiamenti climatici e l’inquinamento anche Amazon ha contribuito al problema ed è ora chiamata a fare fare la sua parte. Dopo aver abituato miliardi di persone a una nuova forma di consumismo grazie alla comodità dell’ecommerce, oggi la multinazionale sta infatti convertendosi alla mobilità elettrica per compensare in parte le emissioni. Nell’ultima lettera agli azionisti Bezos ha infine citato esplicitamente il futuro dei dipendenti di Amazon – altro tasto delicato quello dei diritti dei lavoratori – chiedendo che in futuro venga dato loro più valore.