Se si guarda allo scenario della finanza personale in Italia, si rileva chiaramente l’esistenza di quello che si può definire un “gender gap del debito”: nel nostro Paese, infatti, le donne chiedono prestiti con una frequenza e un importo minore rispetto agli uomini. Una conseguenza, questa, della retribuzione inferiore e della ridotta partecipazione al mercato del lavoro, come emerge Osservatorio sull’indebitamento femminile di Bravo, fintech attiva nell’ambito della gestione e liquidazione dei debiti privati, che ha intervistato un campione di oltre 9mila clienti.
«Donne più vulnerabili se il costo della vita aumenta»
«La fatica a collocarsi tra le fasce di reddito più alte e a trovare un’occupazione stabile ha reso le donne meno inclini all’indebitamento rispetto agli uomini», commenta Cristina Cervantes, Co-Country Manager di Bravo in Italia. «Da un lato le difficoltà finanziarie non permettono loro di avere garanzie e chiedere prestiti, dall’altro sono sempre più numerose quelle che faticano a restituire i debiti contratti. L’aumento del costo della vita le rende particolarmente vulnerabili, soprattutto se non possono contare su una rete di supporto o se hanno persone a carico».
Il 37% delle donne ha tre o più prestiti
Entrando nel dettaglio dei numeri, mediamente le donne tendono a contrarre meno debiti rispetto al campione maschile. Oltre il 60% gestisce soltanto uno o due debiti, vale a dire oltre il 5% in più rispetto agli uomini. Il 37% delle intervistate in condizione di sovraindebitamento ha in corso tre o più prestiti, rispetto al 43% degli uomini indebitati. In particolare, il 20,5% ha tre prestiti da restituire, il 10% ne ha quattro, il 6,9% ha maturato cinque o più debiti – vale a dire tra il 1,2% e il 2,7% in meno degli uomini. Al crescere delle posizioni da saldare, quindi, si inverte il rapporto tra uomini e donne.
Per le donne passivo medio di 22.600 euro
La stessa tendenza si osserva analizzando l’ammontare del debito femminile, pari in media a 22.600 euro, contro i 26.000 dei maschi, con una differenza quindi di 3.000 euro. Anche in questo caso le donne si concentrano nelle fasce di indebitamento più basse: il 54,5% si trova sotto i 20mila euro, contro il 46,6% maschile, mentre tra gli uomini indebitati l’incidenza delle fasce di passivo più alte è maggiore. In particolare circa il 20,5% delle donne ha un debito tra 20mila e 30mila euro, il 18,6% tra 30mila e 50mila e il 6,5% oltre 50mila euro.
Distribuzione per fasce di reddito
Il gender gap del debito emerge ancora più nettamente se si guarda la distribuzione per fasce di reddito. Più di una donna indebitata su quattro guadagna meno di mille euro al mese: per l’esattezza, circa il 20% guadagna fra 500 e 1.000 euro, percentuale che fra i debitori maschi scende al 7,7%.
La disparità cresce quando si analizzano i redditi più elevati: solo il 23,7% delle donne indebitate guadagna tra 1.500 e 2.500 euro al mese (negli uomini il 45,8%). Inoltre, l’8,6% è disoccupata, quasi il doppio rispetto al 3,9% maschile.
L’età e le professioni delle donne con debiti
Nella maggioranza dei casi (75,9%) la ragione d’indebitamento è un prestito personale, ma sono frequenti anche le carte revolving (15,3%), mentre carte di credito e fidi bancari sono menzionati rispettivamente dal 5,2% e dal 2,3% delle intervistate. Una varietà di strumenti finanziari che da un lato aiuta a fronteggiare le esigenze di liquidità immediata, dall’altro rende a maggior ragione necessaria una gestione finanziaria oculata per evitare l’accumulo di prestiti.
Dal punto di vista anagrafico l’84% delle italiane indebitate ha più di 40 anni: in particolare una su tre ha un’età compresa tra 50 e 59 anni.
A livello lavorativo il 65,2% del campione femminile ha un contratto a tempo indeterminato rispetto al 71,7% del genere maschile: il 43,4% è impegnato in attività commerciali e nei servizi, mentre le impiegate d’ufficio sono il 19,4%, le artigiane e operaie specializzate il 6,8%, le pensionate il 15,4%, oltre a un 8,6% di disoccupate.
Le differenze regione per regione
Analizzando infine la situazione dal punto di vista geografico, emerge una maggiore presenza di donne indebitate al Nord, dove si trova il 47,7% del totale nazionale: una percentuale piuttosto elevata rispetto al Centro (31%) e al Sud (21,3%). In particolare, la concentrazione più alta si rileva in Lombardia (17,1%), seguita da Lazio (12,9%), Piemonte (9,6%), Emilia Romagna (8,1%), Toscana (7%), Veneto (6,7%) e Sicilia (6,2%). A chiudere la classifica c’è la Valle d’Aosta, con solo lo 0,32% di donne con prestiti in corso.
«Promuovere l’educazione finanziaria»
Ancora una volta si conferma come siano le maggiori opportunità di lavoro stabile e i redditi mediamente più elevati a far sì che nelle regioni settentrionali le donne abbiano una maggiore facilità di accesso al credito. «È fondamentale intervenire – conclude Cristina Cervantes – per prevenire e affrontare il problema del sovraindebitamento, promuovendo l’educazione finanziaria e una maggiore consapevolezza nella gestione dei redditi personali, fornendo supporto finanziario, educativo e professionale per ridurre il divario di genere nel mercato del lavoro e nell’accesso al credito».