La peste suina africana (PSA) continua a preoccupare. I focolai registrati in Italia sono più di 20 e coinvolgono varie regioni. Come spiega il Ministero della Salute, si tratta di una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali. Sarebbero stati abbattuti finora più di 50mila maiali, con le situazioni più preoccupanti nelle regioni del nord ovest. La questione ha evidenti risvolti di carattere economico e occupazionale: l’Assica, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, ha dato l’allarme: l’emergenza della peste suina sta costando al settore, in termini di perdite sull’export, 20 milioni di euro al mese dal 2022.
La peste suina è pericolosa per l’uomo?
La PSA non si può trasmettere all’uomo, dunque non costituisce pericolo per la salute delle persone. Sempre il Ministero della salute ha specificato che «l’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale ed il Nuovo Regolamento di Sanità Animale della Commissione Europea annoverano la PSA nella lista delle malattie di categoria A, ossia che non appena individuate richiedono l’adozione immediata di misure di eradicazione».
La mappa dei focolai di peste suina african in Italia
Giovanni Filippini, Commissario Straordinario alla PSA, ha riferito che la situazione più grave è in Lombardia. Il Governo sarebbe già al lavoro per garantire indennizzi che tamponino le perdite economiche. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” ha pubblicato online una mappa con una serie di puntuali informazioni sull’evoluzione della PSA in Italia.
Suggeriamo di guardare la mappa da desktop per questioni di comodità nella visualizzazione. La tabella sul sito – che ha il sostegno del Ministero della Salute e di ISPRA – è aggiornata periodicamente con tutti i dati che provengono dai territori. Il virus riscontrato nell’Italia continentale, si legge, è geneticamente diverso dal quello circolante in Sardegna e corrisponde a quello presente in Europa da alcuni anni.
Leggi anche: L’AI ci aiuterà a sviluppare nuovi vaccini? In UK la startup Baseimmune ci sta lavorando