È una corsa contro il tempo quella per la realizzazione del Piano Italia 5G coi fondi stanziati nel PNRR e, dunque, finanziati dall’Unione europea attraverso il Next Generation Eu. Sulla strada della realizzazione delle infrastrutture necessarie a coprire il nostro Paese con il 5G si frappongono infatti i veti di tantissime amministrazione comunali.
L’Italia dei Comuni litiga sul 5G
Il bando, dal valore di 1,07 miliardi in ambito del Pnrr, era stato aggiudicato a Inwit, in raggruppamento con Tim e Vodafone. Si riferisce alla copertura di circa 1400 aree bianche, cioé quelle zone nelle quali gli operatori non hanno interesse a investire perché economicamente inappetibili.
Il Piano Italia 5G va piano piano
Ad aprile 2024, stando a quanto risulta dai dati pubblicati dalla piattaforma Connetti.Italia, sono state completate scorso il 13,85% delle aree. Secondo una stima dell’agenzia Radiocor, restano da coprire circa 600 Comuni. La stessa Inwit stima lavori bloccati nel 25% dei casi dai dinieghi delle amministrazioni locali.
Piano Italia 5G, si va avanti lo stesso?
Dato che i fondi del Next Generation Eu sono a tempo, bisogna procedere speditamente. Per questo un emendamento al dl Coesione, presentato da Guido Quintino Liris e Vita Maria Nocco (Fratelli d’Italia) e approvato in commissione Bilancio del Senato, intende “consentire il tempestivo raggiungimento degli obiettivi di trasformazione digitale di cui al regolamento 2021/240 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 febbraio 2021, e al regolamento 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, fino al 31 dicembre 2026, per gli interventi del Piano ‘Italia 5G’ di realizzazione di nuove infrastrutture di rete idonee a fornire servizi radiomobili con velocità di trasmissione di almeno 150 megabit al secondo in downlink e 30 megabit al secondo”.
Insomma, il legislatore intende andare avanti lo stesso, scavalcando la contrarietà dei Comuni. Il decreto coesione lo scorso martedì è approdato nell’Aula del Senato e non ci sono timori della tenuta della maggioranza: dovrebbe perciò arrivare a breve all’esame della Camera per la conversione in legge entro il 6 luglio.