La rassegna stampa internazionale curata dalla startup innovativa Storyword. I temi che hanno tenuto banco sulla stampa estera durante la settimana
Da Harry Sisson, studente ventenne della New York University che analizza le notizie del giorno su TikTok, alla professoressa del Boston College Heather Cox Richardson, che ha molto seguito sia su Substack sia su Twitter, a Vivian Tu, ex trader che discute di argomenti finanziari in brevi clip su TikTok e Instagram. La strategia digitale della campagna di Biden punterebbe, secondo Axios, a reclutare un esercito di influencer e creator indipendenti per raggiungere gli elettori più giovani, fondamentali nella sua elezione. Proprio quest’ultimi (età 18-29) nel 2020 hanno preferito Biden a Trump con un margine di 26 punti, e a metà mandato (2022) i Democratici ai Repubblicani con uno di 28 punti. C’è giusto un piccolo dettaglio da non trascurare: la strategia del Presidente degli Stati Uniti si rivolge maggiormente alle piattaforme preferite appunto dagli elettori più giovani come TikTok, esattamente quel social cinese finito nel mirino di Washington per le implicazioni sulla sicurezza dei dati. Ma, come aveva già evidenziato il Wall Street Journal (di proprietà di Murdoch), l’inquilino della Casa Bianca ha bisogno di loro per contrastare potenzialmente il massiccio seguito sui social media dell’ex presidente Trump. Attraverso queste figure, Biden vuole arrivare a coloro che non seguono il Partito Democratico sui social o che sono lontani dai media mainstream. Rob Flaherty, a capo dell’operazione, è stato nominato assistente del Presidente (stesso grado del Responsabile Comunicazione della Casa Bianca). Inoltre Biden, quando è in viaggio, vorrebbe essere seguito da influencer che hanno un forte seguito nel posto in cui si reca. Non è una strategia facile da realizzare, specialmente quando il suo attuale rivale gode di un seguito sui social media nettamente superiore nonostante l’espulsione (successivamente rimossa) da Facebook e Twitter. Uno dei primi passi potrebbe essere la creazione di uno spazio all’interno della Casa Bianca dedicato agli influencer coinvolti.
Una montagna di soldi per Trump
Gli anni passano ma il manuale rimane sempre lo stesso. Nelle ultime settimane Donald Trump ha speso centinaia di migliaia di dollari in annunci su Facebook e Google, calvando il caos mediatico generato intorno alla sua incriminazione per raccogliere fondi in vista delle elezioni del 2024. Come noto, per essere il candidato repubblicano dovrà prima vincere le primarie che lo vedono competere con due candidati (o quasi) che attualmente hanno riservato alla pubblicità digitale una cifra decisamente inferiore. Nello specifico, come riporta Axios, il tycoon ha speso circa 258.000 dollari tra il 19 marzo e il 7 aprile, rispetto ai soli 8.000 delle tre settimane precedenti. Mentre l’incriminazione sembra essere il suo cavallo di battaglia, DeSantis e Haley (i suoi rivali repubblicani) stanno evitando di parlare del processo nei loro annunci limitandosi a trasmettere tradizionali messaggi di raccolta fondi. Dall’altro lato, non è ancora noto il candidato dei Democratici, anche se i riflettori sembrano essere puntati di nuovo su Biden (vedi sopra). L’aggressiva campagna digitale di Trump gli regalò la Casa Bianca nel 2016 (con Cambridge Analytica protagonista) ma non la riconferma nel 2020. Tante le incognite, dal processo ai suoi avversari. Poche le certezze: la battaglia mediatica è già cominciata e, secondo Semafor, anche l’ex inquilino della Casa Bianca sta arruolando gli influencer.
Due facce della stessa medaglia
Il divieto di usare TikTok non sembra aver causato danni in India, dove è in vigore dal 2020. In occasione del World Economy Summit di Semafor, Nandan Nilekani, co-fondatore della società di consulenza informatica Infosys, ha parlato di altre piattaforme come Instagram e YouTube, così come le startup locali, che grazie alle proprie versioni del formato video breve fanno sì che agli indiani non manchi TikTok. Non sono dello stesso avviso le aziende americane (tra cui Pepsi, Amazon e Apple) che stanno aumentando il budget destinato alla pubblicità sul social cinese, nonostante la minaccia del divieto da parte del governo americano. Come riporta il Financial Times, da un sondaggio condotto da Capterra su 300 responsabili marketing negli USA è emerso che il 75% ha pianificato di aumentare la spesa sul TikTok nei prossimi 12 mesi. “Anche con un supporto bipartisan il processo legislativo si protrarrà dando ampio tempo ai responsabili del marketing di pianificare strategie alternative”, ha affermato Joshua Lowcock, Chief Media Officer di UM Worldwide.