Sono mesi che si parla dello Stretto di Hormuz. Si trova tra la penisola arabica e l’Iran e collega il Golfo Persico con il Golfo dell’Oman, quindi con l’Oceano Indiano. A livello geopolitico viene spesso descritto come “collo di bottiglia” fondamentale per il traffico globale di petrolio, gas naturale e merci. A seguito dell’acuirsi dello scontro tra Israele e Iran, l’argomento è tornato di attualità.

Lo Stretto di Hormuz: perché è importante per il commercio mondiale
Il 30% del commercio di petrolio globale passa dallo Stretto di Hormuz, in particolare il 70% di quello destinato ai mercati asiatici. Da questo punto di vista si comprende immediatamente quanto la Cina, attore apparentemente non coinvolto nei fatti degli ultimi giorni, abbia tutto l’interesse a fare pesare la propria influenza sulla regione. Lo scambio commerciale tra UE e i Paesi del Golfo Persico vale 204 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni italiane nella regione è di 16 miliardi di euro.
Ogni mese transitano da Hormuz circa 3mila navi e in due casi su tre si tratta di petroliere. Nell’area sono presenti anche gli Stati Uniti attraverso la propria forza militare. Come ha evidenziato in un articolo sul Corriere della Sera Federico Fubini, al momento un blocco o una ritorsione da parte di Teheran su questo angolo di mondo per indebolire Israele e fare pressione sull’Occidente – magari facendo salire il prezzo dell’energia – rimangono ipotesi remote.
Se è vero che l’Iran è il terzo Paese al mondo per riserve di petrolio e il nono produttore di greggio, un blocco dello Stretto andrebbe a indebolire altre potenze regionali, come l’Arabia Saudita, così come verrebbe colpita la Cina che acquista la quasi totalità del petrolio di Teheran. Tel Aviv intanto ha espresso la scorsa settimana l’intenzione di facilitare un cambio di regime in Iran: la repubblica islamica è da tempo in crisi e la corsa per armarsi dal punto di vista nucleare ha rappresentato per Israele una minaccia costante. E in tutto questo c’è chi evidenzia che la Russia potrebbe beneficiare da questo quadro: il suo petrolio torna a essere appetibile sui mercati mondiali.