La Commissione europea ha reso noto di avere avviato un procedimento formale per accertare se la piattaforma di e-commerce Temu, controllata da Pdd Holdings, abbia violato il Digital Service Act, ovvero il regolamento comunitario sui servizi digitali. L’indagine ricomprende ipotesi di vendita di prodotti illegali, progettazione del servizio in modo da creare dipendenza, fino alle modalità di accesso ai dati e trattamento degli stessi.
La casa madre di Temu è un po’ meno cinese
Sulla piattaforma transitano ogni mese oltre 90 milioni di utenti. L’indagine si concentrerà sui sistemi messi in atto da Temu per limitare la vendita di prodotti non conformi nell’Unione europea. I funzionari europei intendono approfondire anche l’obbligo di divulgare i principali parametri utilizzati nei sistemi di raccomandazione di Temu e di fornire agli utenti almeno un’opzione facilmente accessibile che non si basi sulla profilazione.
Leggi anche: Temu, perché l’organizzazione europea dei consumatori ha denunciato il colosso cinese dell’ecommerce?
La casa madre di Temu, Pdd – Pin DuoDuo Holdings – lo scorso anno ha trasferito la propria sede da Shanghai a Dublino. L’avvio di un procedimento formale conferisce alla Commissione il potere di adottare ulteriori misure di esecuzione, compresa l’adozione di una decisione di non conformità. La Commissione ha inoltre facoltà di accettare gli impegni assunti da Temu per porre rimedio alle questioni oggetto del procedimento.
Che succede ora?
Dopo l’avvio formale del procedimento, la Commissione continuerà a raccogliere prove inviando richieste di informazioni aggiuntive alla stessa piattaforma di e-commerce o a terzi, o effettuando azioni di monitoraggio o interviste. “Vogliamo garantire che Temu rispetti la legislazione sui servizi digitali. In particolare garantendo che i prodotti venduti sulla loro piattaforma soddisfino gli standard dell’UE e non danneggino i consumatori”, ha dichiarato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per “Europa pronta per l’era digitale“.