Il capoluogo si conferma la città dove si preferisce avviare un’attività imprenditoriale: tra aprile e giugno 2021 le aperture sono state di 6.484 unità, +6,8% sopra i livelli pre-pandemia
In Lombardia, tra aprile e giugno, le iscrizioni di nuove imprese alle anagrafi camerali sono aumentate del + 4,7% rispetto alla media 2017-2019. La ripresa, dunque, ha creato le condizioni per nuove iniziative imprenditoriali. Lo raccontano i dati del Booklet Economia a cura del Centro Studi di Assolombarda, pubblicato su Genio & Impresa, il web magazine dell’Associazione, che evidenziano come in Lombardia la crescita del PIL per l’anno in corso sia di oltre 6 punti percentuali (dal 5,4% stimato a luglio). E Milano, come vedremo, è la città in cui c’è maggior voglia di fare impresa.
Scordiamoci dunque le immagini delle città lombarde cristallizzate nel pieno del lockdown perché, anche se stiamo per entrare in inverno, la produttività lombarda pare nel pieno della propria primavera. Un fenomeno che ha caratterizzato la regione, rispetto ad altri territori nazionali come il Piemonte che segna un incremento più contenuto del +1,4%, mentre Emilia- Romagna e Veneto sono in negativo (rispettivamente -1,4% e -4,1%). Le cessazioni in Lombardia sono 7.788, inferiori di quasi un quinto rispetto alla media 2017-2019 e ancora lontane dal fisiologico ‘ricambio’ del sistema. Nel dettaglio le nuove attività che superano il livello pre-Covid riguardano i settori della Finanza (+56%), delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (+51%), dell’Immobiliare (+22%), dell’ICT (+21%) e delle Costruzioni (+21%). Restano ancora sotto i livelli 2017-2019, le attività che hanno maggiormente sofferto durante la pandemia: Alloggio e ristorazione (-29%), e anche nell’industria (in questo caso, però, la tendenza è in atto da diversi anni).
Milano la città adatta per fare impresa
Il capoluogo lombardo, dicono i numeri di Assolombarda, si conferma la città dove si preferisce avviare un’attività imprenditoriale: tra aprile e giugno 2021 le aperture sono state di 6.484 unità, +6,8% sopra i livelli pre-pandemia (assunti come media del triennio 2017-2019), mentre le iscrizioni negli altri territori lombardi crescono la metà (+3,2%), pur rilevando una crescita in controtendenza rispetto al -3,6% del totale Italia. La città da sola, dopo la paralisi della primavera 2020, conta oltre il 40% delle nuove imprese nate nella nostra regione. La situazione delle cessazioni resta invece lontana dalla normalità, perché ancora condizionata dalle misure contingenti: sono 3.293 le cancellazioni (al netto di quelle d’ufficio), circa il -7% di quanto osservato in media nel 2017-2019.