Toshiba ha annunciato 4mila licenziamenti, che interesseranno soprattutto il mercato giapponese. Su StartupItalia vi abbiamo raccontato delle recenti vicende che hanno coinvolto l’azienda nipponica: nel 2023 è stata acquisita per 15,3 miliardi di dollari da parte di un consorzio di aziende guidato dal gestore di private equity Japan Industrial Partners.
Perchè Toshiba è in crisi da anni?
Come si legge su Reuters i licenziamenti comunicati da Toshiba fanno parte di un piano di riorganizzazione aziendale avviato appunto dalla nuova proprietà. Non si tratta dell’unica società giapponese interessata da round di layoff: si sono mosse allo stesso modo realtà come Konica Minolta, Shiseido e Omron. L’indiscrezione in merito a Toshiba era circolata nelle scorse settimane: sulla stampa si leggeva di un piano per tagliare 5mila dipendenti (la cifra è calata a 4mila).
Prima dell’acquisizione e dell’addio alla Borsa da parte della società, l’azienda ha vissuto anni di profonda crisi. Fondata nel 1875 a Minato, uno dei quartieri di Tokyo, è stata a lungo uno dei brand più noti nel settore dell’elettronica. La crisi ha più motivi, tra i quali ad esempio il fallimento della sua divisione Westinghouse, operante sul fronte dell’energia nucleare negli Stati Uniti; nel 2015 è poi scoppiato lo scandalo dei libri contabili falsificati per anni; i lavori per la messa in sicurezza della centrale di Fukushima, dove l’azienda è presente con robot e altre tecnologie, proseguono da anni con costi elevati.
Non è dunque scontato che la riduzione drastica dell’organico possa bastare a risollevare le sorti della multinazionale, che finora dava lavoro a oltre 106mila dipendenti (il dato è di marzo 2023). Nel frattempo anche in altre parti del mondo le tech company hanno continuato a ridurre gli organici – a ritmi meno serrati rispetto allo scorso anno. L’annuncio più importante delle ultime settimane ha riguardato Tesla, che ha mandato a casa 14mila persone.