TSMC ha comunicato nelle scorse ore il piano per investire ulteriori 100 miliardi di dollari, che vanno ad aggiungersi ai 65 già stanziati per potenziare la produzione dei propri stabilimenti negli Stati Uniti. Le risorse sono destinate in particolare alla città di Phoenix, in Arizona, dove il colosso taiwanese dei chip dà lavoro a 3mila persone in una fabbrica attiva dalla fine del 2024. La presenza nel Paese della multinazionale, che rifornisce grandi realtà del settore come Nvidia, si snoda anche a Camas (nello Stato di Washington), e in centri di servizi di progettazione tra Texas e California.
I piani di TSMC nell’America di Trump
Come ha scritto il Wall Street Journal, i 100 miliardi di dollari aggiuntivi annunciati da TSMC come investimento negli USA sono stati presentati alla Casa Bianca insieme al presidente USA Donald Trump. Come il suo precedessore, Joe Biden, anche il tycoon punta a una rilocalizzazione di intere filiere sul suolo americano. Mentre entrano in vigore i dazi – oggi, 4 marzo, in particolare quelli che colpiscono Canada e Messico – Washington punta a un’industria made in USA.
I 165 miliardi complessivi di TSMC per la propria produzione di chip negli USA saranno spalmati su più anni. Serviranno a costruire cinque nuovi stabilimenti negli Stati Uniti e a creare decine di migliaia di nuovi posti di lavoro. «Questa è una mossa straordinaria da parte dell’azienda più potente del mondo. È una questione di sicurezza economica, è anche una questione di sicurezza nazionale per noi», ha detto Trump.
Il fronte dei chip si collega anche a quello dell’AI. Poco dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, Trump ha presentato il progetto Stargate – in cui sono coinvolti OpenAI, Oracle e SoftBank – con l’obiettivo di investire mezzo trilione di dollari nella costruzione di data center a partire dal Texas. Intanto l’ex campione americano dei chip Intel è al centro di alcune indiscrezioni che vedrebbero l’azienda potenzialmente destinata a essere acquisita da due realtà: una sarebbe TSMC e l’altra Broadcom.