Secondo il sesto Real Estate Crowdfunding Report realizzato dal Politecnico di Milano e finanziato da Walliance, a livello mondiale il settore dell’immobiliare nel 2022 vantava una raccolta di finanziamenti in crowdfunding pari a 45,2 miliardi di euro, in forte crescita rispetto ai 36 miliardi del 2021. L’Italia, che si posiziona al quarto posto in Europa per investimenti in crowdfunding nel real estate, punta a un target di 600 milioni. Leader è la Lombardia. Ma quanto è attrattivo il nostro Paese per altri player di mercato? E quali interessi ruotano attorno a questo settore? Ne abbiamo parlato con Carlo Magnoni, Head di Urbanitae in Italia, piattaforma di crowdfunding nata nel 2019 che, dalla Spagna, punta a consolidarsi anche nel nostro Paese. Questo nuovo appuntamento con le startup del real estate, prima di lasciare spazio a un’altra rubrica in vista del periodo agostano, vuole approfondire il tema partendo proprio dall’analisi evidenziata nel report.
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Il crowdfunding nel real estate europeo
Dai dati che emergono dal sesto Real Estate Crowdfunding Report, a livello europeo, il crowdfunding immobiliare ha raccolto circa 9,8 miliardi di euro, di cui 2,8 miliardi solo nel 2022. I mercati più importanti sono la Francia (che si conferma punto di riferimento per il mercato con oltre 1,3 miliardi raccolti nel 2022), la Germania (con un balzo di 629 milioni) e l’Estonia (210 milioni). Quarto posto per l’Italia, con la maggior parte dei finanziamenti (87,9%) dedicata a progetti di tipo residenziale. Nel complesso, è emerso che le preferenze degli investitori europei ricadono su contesti urbani (58%) e su interventi di nuova costruzione (64%), piuttosto che di ristrutturazione. In Italia, la Lombardia continua a essere il baricentro dello sviluppo, con il 42% dei progetti (il 21% solo nella città metropolitana di Milano), ma si può anche osservare una buona diluizione dei progetti nel resto del Paese, con alcune regioni in crescita. In particolare, l’Emilia–Romagna ha raggiunto il 10%, la Sicilia il 5% e la Liguria il 4%. Buone percentuali anche per il Lazio (10%), la Toscana (9%) e il Piemonte (8%). Un settore attrattivo per alcuni player del mercato, come la piattaforma spagnolo Urbanitae che proprio nel nostro Paese, oltre alla Francia e al Portogallo, punta a consolidarsi.
Dalla Spagna all’Italia
«Dall’anno scorso, il comparto delle piattaforme del real estate è regolamentato a livello europeo: in tutti i Paesi funziona allo stesso modo e segue la stessa legislazione – spiega Carlo Magnoni – Per questo, il percorso che adesso intraprenderanno le piattaforme di real estate andrà in questa direzione».
La nuova normativa Ecsp consente, infatti, alle piattaforme dell’Unione Europea di pubblicare una “bacheca” degli annunci di acquisto o vendita. «Proprio alla luce di questa nuova legislazione, l’impiego degli strumenti di intelligenza artificiale sarà sempre più centrale – racconta Carlo – In particolar modo, per quanto ci riguarda, l’AI sarà fondamentale per l’analisi dei big data e per implementare processi più efficienti al servizio della componente umana del team, che nel nostro caso è molto importante. Proprio in questa direzione abbiamo avviato il progetto “Urbanitae Analytics”». E non è un caso se Urbanitae abbia deciso di puntare su Italia, Francia e Portogallo nel prossimo futuro. «La leva che ci ha spinto ad aprire anche in Italia è stata dettata dal fatto che, ormai in Spagna ci siamo consolidati, con quote di mercato che spaziano dal 60 al 70%. A inizio anno abbiamo aperto anche in Francia e Portogallo, e abbiamo già finanziato 4 operazioni, poi è arrivata l’Italia, dove cerchiamo da subito di fare grandi numeri». La somiglianza dei due mercati gioca a favore, ma non solo: «Oltre al fatto che stiamo parlando, appunto, di due business model simili, sappiamo che il mercato italiano ha bisogno di un’expertise locale».
Il crowdfunding nel real estate in Italia
«In Italia nel 2022 si sono fatti circa 160 milioni di euro di raccolta crowdfunding, la Spagna era vicino ai 200 mentre nella top 3 dei mercati europei, al primo posto c’è la Francia seguita da Germania ed Estonia, che è molto forte sulla parte tech – spiega Carlo – In generale, dopo l’entrata in vigore della nuova normativa comunitaria, si sta assistendo a una riorganizzazione del settore perchè non tutte le piattaforme hanno richiesto la licenza europea oggi necessaria per operare in crowdfunding e, quindi, secondo me si assisterà a un’aggregazione che andrà verso una minore quota di grandi operatori invece della miriade di piccoli operatori che c’è stata finora. Questo in Francia e Germania, che hanno iniziato prima di noi, è già successo, ed è l’evoluzione naturale di un mercato e di uno strumento che è giovane e che andrà sicuramente in quella direzione». Insomma, anche se questa riorganizzazione prevederà un numero meno cospicuo di player di mercato, gli investimenti tenderanno a crescere.
Cosa c’è nel futuro di Urbanitae
Oggi Urbanitae riunisce piccoli e medi risparmiatori per investire in immobili (residenziali, commerciali e industriali) e beneficiare dei rendimenti ed è specializzata in progetti di crowdfunding immobiliare tra i 2 e i 5 milioni di euro, basati principalmente su due formule di finanziamento: il 65% delle operazioni si articola secondo il formato equity o capital gain, in cui gli investitori diventano azionisti della società veicolo responsabile dell’esecuzione del progetto, mentre il restante 35% corrisponde a progetti di debito, con l’erogazione di una linea di credito per sviluppatori per il finanziamento di progetti immobiliari fino a 5 milioni di euro.
«Abbiamo un ambizioso piano di crescita – prosegue Carlo – E stiamo consolidando questi 3 mercati che abbiamo aperto per diventare leader in ogni Paese in cui siamo. Prima di una seconda fase di espansione, vogliamo consolidare questa, poi potremmo anche andare fuori dall’UE». Intanto, il team di Urbanitae conta già 55 persone. «Una componente molto importante è quella degli specialisti del settore, ma contiamo anche un comparto Marketing essenziale per noi che ci fa da ponte tra noi e gli investitori». Urbanitae punta a diventare la principale piattaforma europea di finanziamento partecipativo immobiliare entro due anni e, in Italia, vuole arrivare a toccare fino a 50 milioni di euro di progetti finanziati nel primo anno.