Ogni impresa tech sbaglia. E l’errore si insinua sempre tra la teoria e la pratica. Solo lo studio, il metodo, l’intuizione geniale possono fare la differenza. Intervista al matematico e divulgatore tornato in TV con l’ingegneria degli errori. «La ricetta per sopravvivere? Eliminare il superfluo»
«L’ingegneria è una scienza esatta, attraversata negli ultimi decenni da grandi progressi. Eppure non siamo ancora completamente al riparo dagli errori catastrofici che possono mettere a repentaglio la vita delle persone». È un richiamo alla consapevolezza necessaria, vero baluardo degli scienziati verso derive semplicistiche, quello di Piergiorgio Odifreddi, uno dei matematici italiani più noti al mondo, saggista e divulgatore, da sempre attento a tutto ciò che afferisce la matematica, la storia della scienza, la filosofia, la politica. Oggi Odifreddi – nato a Cuneo ma con un percorso accademico da globetrotter che lo ha visto impegnato all’università dell’Illinois e della California, e poi ancora in Russia all’università di Novosibirsk – è tornato in TV con la nuova serie Motor Trend. “Ingegneria degli errori con Piergiorgio Odifreddi” è il format prodotto da Warner Bros per Discovery, in programmazione da alcune settimane ogni domenica. «Quello che emerge dai più grandi disastri del nostro tempo è che l’ingegneria, come ogni impresa tecnologica, sbaglia. Alcune volte ci sono errori teorici e altre volte si palesa l’imprevisto. In questo caso succedono cose gravissime e imprevedibili. I problemi arrivano nell’intercapedine tra teoria e pratica anche perché troppo spesso si ragiona in astratto, mentre poi bisogna fare le cose per davvero», precisa Odifreddi, che in ogni puntata ragiona sugli eventi catastrofici avvenuti in tutto il mondo, provando a spiegare le leggi fondamentali dell’ingegneria con un approccio tecnico in cui le competenze matematiche si combinano all’intuizione personale.
L’importanza dei materiali, il rapporto tra ingegneria edilizia e natura, i calcoli nei progetti strutturali, la relazione tra causa ed effetto, il rispetto della sicurezza: di questo e altro si parla nella serie. Tra gli episodi indagati anche il crollo del Ponte Morandi a Genova nel 2018 e quello della diga di St Francis in California nel 1928, fino allo schianto di una nave di carico contro il ponte di Almö in Svezia nel 1980. E ancora il deragliamento nel 2020 di un treno in transito sul ponte costruito sul fiume Salt in Arizona o l’affondamento improvviso della nave Vasa, gioiello della marina svedese, durante il viaggio inaugurale nel 1628. «Non si può prevedere tutto perché la scienza è intangibile per definizione e anche perché prima o poi bisogna fare i conti con la realtà. Ecco perché gli scienziati ragionano spesso per costruzioni teoriche e per approssimazioni, mentre il mondo reale prevede tanti passi differenti. E poi bisogna prestare attenzione ai singoli passaggi. È come l’errore del bambino che fa il compito e sbaglia a fare i calcoli», dice Odifreddi.
Oggi che cosa rappresenta nella scienza l’errore?
In matematica quando si fanno approssimazioni si sostiene che la perfezione non sia di questo mondo e che la teoria come la pratica sono diverse.
Crisi climatica, emergenze sociali e sanitarie, aumento della popolazione. Quali sono le sfide di questo tempo che maggiormente la preoccupano?
Ormai la popolazione è arrivata a 8 miliardi di individui. Il problema è che ci sono grandi problemi, ma nessuno vuole affrontarli di petto in modo sistemico. Siamo immersi in una falsa proiezione: vediamo come si vive in certi Paesi del mondo dove regna ancora il benessere e tutti vorremmo vivere così. Ma per poter sostenere quel livello bisognerebbe produrre una quantità enorme di beni materiali per poi consumarli. Così oggi la complessità è dettata dalla crescita della popolazione, unita alla crescita dei consumi e alla crescita della produzione. Così facendo tutto va in crisi.
È un tema di consapevolezza…
Noi non ci accontentiamo, senza capire che crescere in modo esponenziale implica uno scotto enorme da pagare. Queste crescite agli inizi sembrano lineari, ma dopo si impennano. Bisogna prestare attenzione.
La ricetta per sopravvivere?
Bisognerebbe ripensare il sistema economico. È importante avere cose necessarie e poi una volta che tutti le raggiungono, mirare anche a quelle superflue. Oggi metà della produzione alimentare viene buttata via. È un tema di cultura. Bisogna evitare di arricchirsi.
In che modo le competenze matematiche fanno la differenza?
La matematica ci aiuta a decifrare la complessità e il linguaggio di tutte le scienze. Ci aiuta a portare le soluzioni grazie alle dimostrazioni. Senza la matematica non ci sarebbe fisica.
Quando si è innamorato della matematica?
Me ne sono innamorato tardi. Nel 1969, durante l’estate della maturità, avevo deciso di frequentare ingegneria e avevo trovato su una bancarella sotto i portici a Cuneo il libro “Introduzione alla filosofia matematica” di Bertrand Russel. È stato illuminante unire filosofia e matematica. In fondo tutta la filosofia platonica ha una componente matematica
Come matematico e divulgatore cosa conta oggi di più per essere efficaci in rete?
Sono un anti-social, non uso nemmeno WhatsApp. Però accedo su YouTube per metterci le mie conferenze e quando vedo i numeri resto allibito: milioni di visualizzazioni. La mia conferenza più cliccata è quella sui numeri primi. Questa è la rete che mi piace di più.