«Viviamo in un’epoca di diritti. Ma il rischio è di perdere la spina dorsale». Lo avevamo intervistato nel 2019, quando era impegnato a pubblicare video sulle vite degli universitari, tra gioie e dolori. Oggi Filippo Caccamo, attore con alcuni anni di esperienza in cattedra, continua il lavoro di content creator e attore. Solo che, al posto di impersonare le matricole, veste i panni di professori e maestri. Dieci, cento, mille volti che raccontano con ironia (ma non solo) cosa succede tra le mura della scuola italiana.
Filippo Caccamo: dalla scuola ai teatri
A cento giorni dalla Maturità 2024, abbiamo scelto di intervistarlo per farci raccontare che cosa lo ha ispirato nella scuola , al punto da dedicarci parte del suo spettacolo – il tour de Le Filippiche sta facendo tappa in tutta Italia. «Dopo l’università ho lavorato per due anni come professore alle stesse medie che ho frequentato a Lodi. Iniziando a fare il docente mi sono reso conto che c’era un mondo che meritava di essere raccontato».
Le professoresse e le maestre che Filippo Caccamo mette in scena – a teatro o nel feed sui social – sono caricature, ma neanche troppo. Tra pregi e difetti, sono persone assorbite in un meccanismo che, a volte, poco ha a che fare con l’istruzione. Verbali, consigli, riunioni: insomma, ogni lavoro ha le proprie croci. «Ho avuto la fortuna di avere come palco la scuola, dove studiare. Ora mi godo il mio percorso teatrale».
100 giorni alla Maturità
La Maturità che i ragazzi e le ragazze affronteranno tra poco più di tre mesi sarà senz’altro un passaggio che si ricorderanno per tutta la vita. La retorica sulla notte prima degli esami, d’altra parte, è diventato da molti decenni un cliché di chi li ha già passati. Quella che si appresta alle prove di fine anno è una classe d’età che ha vissuto i primi periodi delle superiori con la didattica a distanza, situazione che ha per forza di cose lasciato tracce.
«Penso che la loro generazione sia quella più in difficoltà. Gli effetti di quanto hanno subito negli ultimi anni si vedranno più avanti. Io ho visto classi fare la ricreazioni con tutti gli alunni seduti. Quelle robe rimangono, anche se non ci fai caso». Filippo Caccamo ci ha poi confidato anche la sensazione di una scuola che non gode più di un’autorevolezza granitica agli occhi soprattutto delle famiglie. «La maggior parte di questa generazione è seduta tra i genitori che iper-proteggono i figli».
Da qui la domanda: ma cosa bisognerebbe tenere e cosa invece togliere nella scuola di oggi? «La suola che ho conosciuto è quella in cui valgono principi come la solidarietà, l’inclusione e l’amore per la didattica. Ma bisogna cambiare l’approccio al web: se l’obiettivo della scuola è preparare i giovani al mondo che verrà non si può tenere fuori la digitalizzazione».