Per l’Unione Nazionale Consumatori non ci saranno solo i rincari del caffè ad attendere le famiglie al rientro delle vacanze: le prime spese che affronteranno gli italiani riguarderanno infatti il caro scuola, con la riapertura degli istituti scolastici ormai imminente.
Leggi anche: Libri digitali, acquisti online e mercatino dell’usato: i consigli per combattere il caro scuola
Il caro scuola in numeri
Per i libri scolastici si prevede un rialzo del 3%, superiore al tasso di inflazione programma pari al +2,3% e valido per la scuola primaria. Rispetto al 2022 si parla addirittura di un salto dell’8,1%. Più contenuti i rincari di quadernoni e risme di carta che costano per il momento l’1,1% in più rispetto a un anno fa. Ma, avverte l’associazione a tutela dei consumatori, si tratta di un’illusione ottica dato che i consumatori ancora pagano il mega rincaro degli anni passati, conteggiando i quali ora si sborsa il 10,4% in più rispetto a due anni fa e addirittura il 18,5% nel confronto con il 2021, il record per quanto riguarda le variazioni triennali.
Gli altri articoli di cartoleria interessati dal caro scuola risultano essere penne, matite ed evidenziatori lievitano del 3,2% sul 2023, del 9% sul 2022 e del 16,1% sul 2021. A settembre, però, non è escluso che possano scattare ulteriori incrementi.
Il caro scuola riguarda anche gli alunni più grandi
La batosta annua maggiore si registra per gli alloggi universitari che schizzano del 7,2% sul 2023 (+13,1% sul 2021).
«Studiare fuori sede sta diventando sempre più un lusso. Il Governo deve intervenire, sia affrontando il problema dell’emergenza abitativa, sia quello del caro scuola, ad esempio varando un decreto urgente che modifichi la Legge 27 luglio 2011, n. 128, che nel 2020, per fare un favore ai librai, è stata ulteriormente peggiorata, danneggiando le famiglie e vietando alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina, anche sotto forma di buoni spesa.» Così Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Quindi il numero 1 dell’associazione ha aggiunto: «Nel 2019 i ribassi arrivavano, grazie ai buoni sconto, anche al 25%, mentre ora non possono superare quella soglia. Una tassa occulta del 10% a danno dei consumatori. Urge eliminare ogni vincolo agli sconti sui libri scolastici.»