Un sondaggio di Skuola.net segnala il cambiamento di percezione nei confronti degli atenei online: per il 52% il valore dei corsi online o in remoto è lo stesso
La didattica a distanza ha procurato molti disagi, secondo alcune indagini spingendo anche l’abbandono scolastico (che nel nostro paese era già significativo già in era pre-Covid: circa il 13,5% non arriva al diploma di scuola superiore). Ma secondo altre analisi, come il sondaggio realizzato dal portale Skuola.net in collaborazione con il Centro Formativo Universitario su un campione di 5.500 alunni delle scuole superiori, sembra riservare anche altre sorprese. Su tutte, il fatto che uno studente su due non escluda l’iscrizione a un ateneo online. Portandosi dietro anche una differente percezione delle università telematiche.
Secondo l’indagine la metà degli alunni delle scuole superiori sarebbe infatti disposta a laurearsi via web, o comunque in gran parte a distanza. Per una quota simile, il titolo ottenuto in e-learning ha lo stesso valore di quello “tradizionale”. I genitori? Sono d’accordo: sei su dieci sarebbero favorevoli a una simile scelta. In un percorso che potrebbe verosimilmente condurre quantomeno al successo delle formule ibride, con lezioni per la maggior parte a distanza ed esami in presenza. O seguendo altre soluzioni.
La metà non avrebbe problemi a laurearsi online
Tra chi è intenzionato a proseguire gli studi dopo il diploma, spiega il sondaggio, il 49% non avrebbe problemi a frequentare un corso di laurea erogato completamente via internet. Il vero discrimine sarebbe un’offerta formativa convincente, insomma, e non la modalità d’insegnamento. Inoltre, uno studente su venti è già convinto che un’università telematica sarebbe più adatta alle sue esigenze. A conti fatti, segnala Skuola.net, meno della metà (47%) si affiderebbe a occhi chiusi ai classici atenei. Dei 600 genitori ascoltati, invece, oltre sei su dieci appoggerebbero l’eventuale decisione del figlio di iscriversi in una telematica, solamente il 28% si opporrebbe in modo esplicito.
Per la metà degli studenti delle superiori (52%) anche un corso di laurea “frequentato” tutto in e-learning può essere valido alla pari di quelli in presenza. E più o meno gli stessi (51%) sostengono che una laurea conseguita via web possa avere il medesimo valore di un titolo simile ottenuto frequentando un ateneo tradizionale. Addirittura il 62% non pensa che l’e-learning non abbassi la qualità della formazione.
Il vantaggio competitivo delle telematiche
La fase da cui stiamo uscendo ha ovviamente inciso in profondità in queste considerazioni. Ad esempio, più di uno studente su tre dice che l’opinione sulle università digitali è cambiata in positivo dall’inizio della fase d’emergenza sanitaria che ha imposto il distanziamento sociale. Quasi tutti gli intervistati – oltre 9 su 10 – sono inoltre d’accordo proprio sul fatto che, con il forzato passaggio da un modello d’insegnamento in presenza alla Dad al 100% nel giro di pochi giorni o settimane, le telematiche abbiano sfruttato un vantaggio competitivo frutto di anni di esperienza (e anche in parte di pregiudizi) e, per quasi la metà di loro (43%), gli atenei tradizionali a distanza di dodici mesi non sono ancora riusciti a recuperare il gap.
Gli iscritti insoddisfatti degli atenei tradizionali
Tra gli iscritti negli atenei tradizionali – l’indagine ne ha intercettati un migliaio – circa uno su quattro si è detto insoddisfatto del modo con cui la propria università ha gestito l’insegnamento da remoto. Non basta: se potesse tornare indietro e alla luce di quanto accaduto da febbraio 2020 in poi, il 53% farebbe una scelta diversa, puntando verso l’insegnamento a distanza. Ragionando in prospettiva, quasi quattro su dieci per una laurea di secondo livello o per un master universitario prenderà seriamente in considerazione di passare a un ateneo online: il 10% lo farà quasi certamente, il 29% soprattutto se si continuerà con la Dad anche in futuro. A cui va aggiunto un 30% che, pur non bocciando la propria università, non esclude il salto.