Scommettere sulle persone che lavorano nella filiera integrata della salute. Perché è dal capitale umano che si costruisce il futuro nella prevenzione e nella diagnostica. “D’altronde in tutto il mondo abbiamo bisogno di personale sanitario competente, aggiornato, appassionato, orientato all’ascolto e al lavoro in squadra. Ma anche sul fronte manageriale c’è necessità di formare profili per gestire le sfide contemporanee”. Così Mario Merlo, General Manager Sanofi Pasteur, nel guest post che racconta la nuova Prevention Academy promossa e organizzata da SDA Bocconi School of Management col supporto incondizionato di Sanofi Pasteur.
“Ciò che servirà alle industrie del futuro, anche nella salute, saranno i dati che già oggi sono il nuovo petrolio. Leggerli e tradurli sarà sempre più strategico”. È stato illuminante per me leggere il best seller di Alec Ross The Industries of the Future, dedicato alle nuove forme di futuro. Dal testo si capisce subito che questo futuro deve costruirsi necessariamente con un’attenzione maggiore nei confronti delle strategie di salute: diagnostica e soprattutto prevenzione devono entrare nelle agende politiche e sociali dei vari Paesi del mondo, e tutto questo è anche frutto della drammatica lezione che abbiamo imparato sulle nostre spalle con l’emergenza pandemica.
Tecnologie e capitale umano. Giocare di anticipo è essenziale. In qualche modo è evidente che arrivare prima a comprendere i fenomeni che segnano questo nostro tempo ci consente di proteggerci verso situazioni difficili. Ora, tutto questo è cosa assai difficile e se c’è un elemento che emerge è proprio dettato dal futuro incerto. Ma nella salute si può e si deve operare con metodo, analisi e al contempo visione, competenze verticali e necessariamente trasversali, e ancora con un gioco di squadra diventato oggi essenziale. In fondo è ciò che già fanno tutti i giorni coloro che sono impegnati nella filiera della salute. Proteggere l’oggi e soprattutto il domani. Per farlo bisogna puntare sulla ricerca, sull’eccellenza, sul capitale umano. E investire tempo e risorse. Non è un caso che proprio pochi giorni fa come Sanofi Pasteur abbiamo lanciato il Centro di Eccellenza per i vaccini mRNA, il primo nel suo genere per i vaccini di prossima generazione, anche grazie alle performanti tecnologie mRNA.
Il centro lavorerà per accelerare lo sviluppo e la consegna di vaccini di nuova generazione riunendo circa 400 dipendenti e coinvolgendo i siti produttivi di Cambridge (USA) e Marcy l’Etoile (Francia). L’impatto però avrà un’eco anche su tutti i Paesi, Italia compresa. Si tratta di una riorganizzazione globale sul fronte della ricerca e sviluppo: come è stato comunicato sulla stampa investiremo 400 milioni di euro all’anno, 2 miliardi di euro 5 anni, nella ricerca sui vaccini mRNA con la produzione di almeno sei nuovi vaccini sperimentali sull’uomo entro il 2025. Riprendo le parole di Jean-Francois Toussaint, Global Head of Research and Development di Sanofi Pasteur nella nota diffusa oggi: “Durante la pandemia di COVID-19 le tecnologie mRNA hanno dimostrato il potenziale per fornire nuovi vaccini in modo più efficace e più veloce. Concentrarsi sull’innovazione dei vaccini mRNA oltre la pandemia e quindi anche per l’uso di routine in malattie con un elevato fabbisogno insoddisfatto, diventa un elemento rilevante”.
La scommessa sulle competenze. Ma attenzione. Non bastano le tecnologie. Occorre scommettere sulle persone che quelle tecnologie le costruiscono, le studiano, le autorizzano, le monitorano, le rendono futuro. In tutto il mondo abbiamo bisogno di personale sanitario competente, aggiornato, appassionato, orientato all’ascolto e al lavoro in squadra. Ma anche sul fronte manageriale c’è necessità di formare profili per gestire le sfide contemporanee. Di fatto abbiamo bisogno di manager della salute protesi tra hard e soft skill. È un equilibrio difficile, ma va cercato. In tutto questo scenario il digitale diventa elemento irrinunciabile, perché i dati nella prevenzione vanno raccolti e tradotti per fornire soluzioni nella prevenzione, nella diagnostica, nella cura, nella gestione del paziente. Ecco perché nella medicina del futuro i dati saranno sempre più la chiave per accedere alle cartelle cliniche dei cittadini connessi e per comprendere i nuovi bisogni della comunità. Ma come formarsi al meglio? E in che modo ripensare la salute partendo dai professionisti che la tutelano? Ecco perché abbiamo lanciato in questi giorni la “Prevention Academy”, un corso di perfezionamento promosso e organizzato da SDA Bocconi School of Management con il nostro supporto incondizionato. L’obiettivo è fornire a trenta professionisti che operano nei campi dell’igiene e della medicina preventiva competenze strategiche su salute e management, cruciali per gestire l’evoluzione del settore nei prossimi anni. La “Prevention Academy” punta a consolidare quelle competenze necessarie per poter riposizionare e riconfigurare la prevenzione, all’interno dell’evoluzione dei modelli di gestione integrata della cronicità e della presa in carico dei pazienti, e lo raccontiamo anche in questo breve video.
Quei dati che ci aiutano a leggere il futuro. Ne abbiamo parlato anche nei nostri appuntamenti mensili in diretta con “Life”, stilando il vocabolario della salute. Oggi l’attenzione per le nuove professioni nella salute diventa ancora più rilevante: d’altronde questo il tempo degli “AI manager” anche nella salute, come ha scritto l’Harvard Business Review. “Questo è il tempo dell’intelligenza artificiale e degli AI manager anche nella salute”. Così nella medicina del futuro i dati saranno la chiave per accedere alle cartelle cliniche dei cittadini connessi e per comprendere i nuovi bisogni di comunità. Una conferma arriva dalla Danimarca, che in questi giorni ha adottato come primo Paese al mondo l’app Heartrunner per il rischio cardiaco: quando il numero di emergenza riceve una richiesta di intervento per arresto cardiaco, manda immediatamente un’ambulanza e nello stesso tempo tramite l’app invia una richiesta ai volontari della zona, che leggono i valori e possono intervenire in una dinamica di primo soccorso in attesa dell’ambulanza. Ecco perché questo nuovo tempo ci pone di fronte a nuove sfide. Una di queste è legata alla formazione professionale continua e al ruolo del capitale umano, elemento che insieme alla ricerca clinica e alle piattaforme tecnologiche abilitanti guida questa rivoluzione della salute. Far parte di questa rivoluzione – che è culturale, infrastrutturale, procedurale – diventa essenziale per costruire il mondo del domani.
@mariomerlo72