Il tema della educazione civica digitale era stato proposto per la prima volta qualche mese fa dalla presidente della Camera Laura Boldrini durante convegno #BastaBufale che si è svolto a Montecitorio
Le competenze digitali saranno la priorità assoluta del 2018. Lo hanno scritto Damien Lanfrey e Donatella Solda in un lungo post sul sito del MIUR lo scorso 21 dicembre. “Gli investimenti e le sperimentazioni lanciate nei primi due anni del Piano Nazionale Scuola Digitale hanno contribuito a un’esplosione positiva nella scuola – scrivono – A partire da gennaio 2018, tutto questo sarà portato a sistema per raggiungere il 100% delle scuole su 4 direttrici chiave: pensiero computazionale, educazione civica digitale (cittadinanza digitale), STEM e imprenditorialità”.
In particolare – secondo quello che si legge nel post – la ministra Fedeli lancerà un curriculum di educazione civica digitale, costruito in partenariato con oltre 100 stakeholder, provenienti dal mondo dell’informazione, della ricerca, dell’innovazione digitale, dell’editoria e delle professioni creative.
Contemporaneamente, 4.500 scuole avranno risorse per sviluppare percorsi di approfondimento sulle competenze digitali, e oltre 2.500 sull’imprenditorialità.
Tocca alla scuola sconfiggere le fake news
Il tema della educazione civica digitale era stato proposto per la prima volta qualche mese fa dalla presidente della Camera Laura Boldrini durante convegno #BastaBufale che si è svolto a Montecitorio.
Di fronte al dilagare delle fake news sulla Rete Boldrini è convinta che sia arrivata l’ora di rispondere attraverso un processo culturale che deve partire dalle aule del nostro Paese. La Presidente aveva avanzato un appello: “Essere disinformati è un pericolo. E’ nell’interesse di tutti che le bufale vengano smascherate. La visione del web è quella di un grande spazio di libertà che non può essere governato dalla violenza. Questo è il tempo delle responsabilità: gli imprenditori dovrebbero capire che fare pubblicità sui siti di bufale aumenta la disinformazione. Le scuole e le università devono fare un lavoro per dare ai nostri ragazzi la cultura della verifica delle notizie”.
Boldrini aveva anche proposto ai social network di introdurre un’icona contro l’odio, un numero verde per essere accessibili. Il vertice della Camera proponeva anche di potenziare il processo di alfabetizzazione digitale, attraverso una formazione che parta dalla scuola sia verso i docenti che verso gli studenti, e di avviare campagne di sensibilizzazione attraverso ogni mezzo di comunicazione tradizionale e digitale.
E’ la prima volta che si parla di mettere in campo l’educazione civica digitale a scuola. Un passo necessario, utile, capace di intuire un’esigenza che è quella di formare dei cittadini che sappiano vagare nella Rete con la consapevolezza che esistono delle regole. In quest’epoca non serve più solo l’educazione civica (che si fa poco e male nelle nostre scuole) ma è urgente studiare le regole del Web per difendere e difendersi.