Il 25 aprile è l’occasione per raccontare la Resistenza ai bambini: attraverso libri che descrivono quel periodo storico con parole semplici ed efficaci
Si può parlare ai bambini e ai ragazzi di Resistenza? La risposta di un maestro e di molti scrittori non può che essere affermativa. I libri di storia della scuola primaria si fermano all’Impero romano in quinta ma la “nostra” storia non può essere taciuta. Il 25 aprile non è una giornata di vacanza ma un giorno di festa: un momento per fermarsi a riflettere, per ascoltare la storia di un partigiano, per restare fermi in silenzio davanti ad una chiesa come quella di Marzabotto dove vennero trucidati uomini, donne e bambini. Oppure è un tempo per leggere. I libri che raccontano ai più piccoli la Liberazione sono tanti. Noi ve ne abbiamo selezionati cinque che abbiamo letto.
1. “Fulmine un cane coraggioso” di Anna Sarfatti (Mondadori)
E’ la storia di un cane partigiano, “Fulmine”, che conosce e vive come il suo padrone “Vico” la Resistenza fino al giorno della Liberazione. Vico (personaggio reale) sceglie di entrare a far parte delle bande con il fazzoletto rosso. Parte, lascia tutto, anche “Fulmine”. Un addio momentaneo, un saluto sospeso perché sarà Fulmine a raggiungere di nuovo il suo padrone. Un viaggio tra le attese, le speranze, le fatiche, le sofferenze dei partigiani visto con gli occhi di un animale che si racconta. Una storia di fedeltà, di amicizia che stimola ad approfondire quel capitolo della storia italiana. Pagine scritte per i bambini con immagini reali tratte dagli archivi che mostrano ai nostri ragazzi i volti dei partigiani, le facce di chi ha combattuto per noi.
2. “Nessuno mai ci chiese. La vita del partigiano Armando Gasiani” di Alessandro De Lisi (Nuova Dimensione)
Armando ha 88 anni ma quando lo catturarono, il 5 dicembre del 1944, aveva 17 anni. Con la famiglia viveva ad Anzola dell’Emilia, erano agricoltori. Ma visto ciò che stava succedendo, al di qua e al di là delle Alpi, con suo fratello Serafino decise di unirsi alla Resistenza. Non andarono mai a combattere, ma per i partigiani erano parte della cosiddetta “rete di supporto”. Catturato finì nel campo di concentramento di Mauthausen. Dopo la Liberazione per decenni non ne volle più parlare fin quando vide “La vita è bella” di Roberto Benigni. Il libro racconta ai ragazzi, con grande commozione, la storia di un partigiano che ha deciso di raccontarsi dopo tanta sofferenza.
3. “La busta rossa” di Mario Lodi (Giunti)
Il maestro Lodi è conosciuto da tutti come l’autore di “Cipì” , il libro tradotto in oltre 27 lingue, preso in mano da ogni generazione. Ma quell’insegnante della pianura Padana che ho avuto la fortuna di incontrare e intervistare, in classe portava ogni giorno la sua storia. Durante la guerra aveva detto il suo “no” al fascismo. Subì il carcere per motivi politici e nel 1945, dopo la Liberazione, aderì a Piadena alla sezione del Fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà; organizzò le prime attività libere: un giornale aperto a tutti, il teatro, le mostre dell’artigianato locale, una scuola professionale gestita con docenti volontari. “La busta rossa” è una storia ambientata nella campagna lombarda negli ultimi mesi del 1944 ma soprattutto è il racconto di un giovane che comincia una nuova vita con la Liberazione.
4. “Zia, che cos’è la Resistenza?” di Tina Anselmi (Manni)
Tina Anselmi l’ha conosciuta la Resistenza e può “permettersi” di raccontarla. Con il nome di battaglia di “Gabriella” è stata staffetta della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor, quindi è passata al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. Con questo libro Tina Anselmi, prima donna ad aver ricoperto il ruolo di ministro, passa il testimone alle giovani generazioni. Immaginando di rispondere alle parole di un’immaginaria nipotina, spiega le idee, l’organizzazione, le vicende personali e collettive.
5. “La ragazza della foto” di Lia Levi, (Piemme)
Anche in questo libro è la parola, dopo un lungo silenzio, ad essere protagonista. A convincere nonna Teresa che da sempre si rifiuta di parlare della guerra, è la nipote Federica che tra le fotografie di una mostra organizzata per celebrare la Liberazione riconosce una ragazzina identica a lei. Una storia di “famiglia” che diventa storia collettiva. Un racconto che può appartenere a ciascun ragazzo. Un invito ad ogni giovane a farsi raccontare dai nonni un pezzo del nostro tempo che non può essere dimenticato.