Nella giornata dedicata alle startup da Alumni Lumsa, anche Greenrail, Soundreef e Quantum Leap IP
A che punto è l’innovazione in Italia: tra difficoltà e opportunità del fare impresa, i founder di Greenrail, Soundreef, Quantum Leap IP– e altri nomi di punta della scena italiana- si raccontano agli studenti dell’università Lumsa di Roma. Che si prepara a lanciare un corso di laurea focalizzato sulle startup.
“All’Italia fare innovazione non piace: è una frase che si sente continuamente, ma è la verità. E’ per questo che io, con la mia impresa, ho inizialmente escluso l’Italia dal mio mercato, e sono tornato quando il successo all’estero mi ha permesso di essere considerato”: così Giovanni De Lisi- CEO e founder di Greenrail Group– chiude il suo intervento durante l’evento Fare impresa in Italia dall’idea alla startup, promosso da Alumni Lumsa, che si è tenuto nell’ateneo romano giovedì 22 marzo.
Innovare tra tenacia ed equilibrio personale
“Soprattutto quando si vuole innovare in settori pubblici, fortemente conservativi, l’individualismo e il desiderio di mantenere degli equilibri di comodo troppo spesso prevalgono” prosegue De Lisi, che nel 2012- “quando ancora non si parlava di startup”- ha creato un azienda che produce traverse ferroviarie ecosostenibili e che proprio ieri ha annunciato un accordo con Indra per il miglioramento della sicurezza delle infrastrutture ferroviarie (ne abbiamo parlato qui). Sviluppando un prodotto che non esisteva e che “era impossibile, secondo i docenti del corso di Chimica del Politecnico di Milano, cui mi sono rivolto quando ho deciso di produrre la miscela di Greenrail: quella giusta è arrivata dopo 30 tentativi”.
Una tenacia che deve andare di pari passo con un forte equilibrio personale, necessario, secondo Davide D’Atri– founder e Ad di Soundreef– per affrontare la battaglia- anche politica- che lo ha coinvolto per aver voluto scardinare il monopolio Siae sui diritti d’autore. “La peggiore tra tutte quelle che ho dovuto affrontare in Europa, in un paese in cui si è persino arrivati a fare una legge ad hoc contro di noi. Siamo riusciti a farla cambiare, ma non abbiamo ancora vinto”.
Preparazione per iniziare e tempo per crescere
Non solo limiti legislativi o culturali, tuttavia, alla base delle difficoltà che ancora oggi incontra chi vuole fare startup in Italia: “Oltre alla concreta mancanza di preparazione per fare impresa che si riscontra spesso negli aspiranti startupper, quello che mette in difficoltà è la mancanza di tempo per crescere: l’Italia è il paese delle piccole e medie imprese, e per un unicorno esistono tante piccole realtà con idee valide, che non hanno bisogno della fretta tipica di questo ambiente”. A parlare è Emilia Garito, CEO di Quantum Leap IP, che insiste sulla necessità di una formazione specifica. Come quella fornita da realtà come Peekaboo, il pre-acceleratore rappresentato in Lumsa dal suo COO Federico Belli: “Per fare startup non basta una buona idea e nemmeno il talento: è necessario studiare, e molto. Oggi abbiamo la fortuna di avere a disposizione tutti gli strumenti per imparare a fare startup anche senza andare in Silicon Valley, e dobbiamo sfruttarli”.
Startupper dai banche di scuola all’Università
E per fare in modo che la formazione sull’impresa inizia fin dalle lezioni universitarie, l’università Lumsa sta per lanciare un corso di laurea magistrale in Management e Finanza, interamente in inglese e focalizzato proprio sulle startup che, come spiega il presidente Filippo Giordano– docente di Management- “vuole contribuire alla crescita professionale dei nostri studenti grazie a un dialogo continuo e quotidiano con il mondo del lavoro, fornendo insegnamenti specifici e un intenso networking tra università e imprese”. Perché, nelle parole del Rettore Francesco Bonini in apertura del convegno “l’università ha davvero senso se fa crescere persone in grado di innovare e investire su se stesse”.