Edoardo Maria Bisignani, 18 anni, ha vinto una Diplomatic Recommendation nell’ambito dell’Harvard Model United Nations, la simulazione dei lavori delle Nazioni Unite. La sua risoluzione contro il terrorismo è un punto di inizio per una svolta
Algoritmi e Intelligenza Artificiale per combattere il terrorismo. È questa l’idea dello studente romano Edoardo Maria Bisignani, 18 anni, della Scuola Maria Ausiliatrice (istituto paritario salesiano romano con alla guida la professoressa e preside Paola Murru e che fa parte della Federazione istituti di attività educative), che ha vinto una Diplomatic Recommendation nell’ambito dell’Harvard Model United Nations, la simulazione dei lavori delle Nazioni Unite in cui il ruolo di ambasciatori è interpretato dagli studenti, ognuno dei quali rappresenta un Paese differente. L’obiettivo è di ottenere l’approvazione delle risoluzioni, documenti che favoriscono il Paese assegnato tenendo però conto dell’interesse collettivo. Noi di ‘Startup Italia’ abbiamo intervistato il giovane studente appassionato di politica internazionale.
Cambiare le carte in tavola con la tecnologia
Alla simulazione dei lavori delle Nazioni Unite organizzata a Boston dalla prestigiosa università americana hanno partecipato 5.000 ragazzi provenienti da tutto il mondo. Edoardo si è distinto nella commissione ‘Special Session of Terrorism’, formata da 150 delegati, che si è occupata di trovare soluzioni ai finanziamenti al terrorismo. Edoardo ha rappresentato il Burkina Faso, Stato dell’Africa Occidentale salito alle cronache agli inizi di gennaio per la sparizione di un ragazzo italiano con la fidanzata. Il giovane studente ha trovato nella tecnologia un prezioso supporto e i suoi progetti sono stati incusi nella Risoluzione redatta con il supporto di altri giovani rappresentanti di Paesi nel mondo. “Prima di tutto – spiega Edoardo – ho cercato di contestualizzare il meglio possibile il lavoro delle Nazioni Unite in merito al terrorismo: la maggior parte dei materiali sono di controllo economici e black list di Paesi possibili associati a gruppi terroristici. Io mi sono trovato a rappresentare uno Stato che ha bisogno di soldi per poter sopravvivere senza il terrorismo. Per prima cosa ho cercato di sorpassare tutta la carta scritta dalle Nazioni Unite, che all’atto pratico era poco funzionale; l’obiettivo mio e dei Paesi alleati era di produrre una risoluzione che potesse effettivamente cambiare le carte in tavola”.
Algoritmi e mappe per contrastare i finanziamenti al terrorismo
Per cambiare la situazione la tecnologia diventa allora centrale, come spiega Edoardo: “Ho pensato all’implementazione di un software già utilizzato per quello che riguarda il traffico illegale sul dark web, in modo da applicarlo al terrorismo: abbiamo ideato un programma chiamato Multiverse, che ha l’obiettivo di controllare tutte le transazioni economiche utilizzando algoritmi e Intelligenza Artificiale; questi algoritmi permettono di controllare i movimenti di denaro, la sua destinazione, la quantità trasferita tra vari conti correnti sospetti o qualsiasi tipo di anomalia nei vari bilanci. Questo programma sarà gestito dall’Ufficio delle Nazioni Unite per l’antiterrorismo (UNOCT) in partnership con altri due organi”. Ma non è l’unica idea di Edoardo e il suo gruppo: “Abbiamo raccomandato la creazione di una Routes map che avrebbe l’obiettivo di localizzare i possibili focolai di terrorismo. Un algoritmo localizzerà i siti dopo l’introduzione dei dati forniti dall’UNOCT attraverso l’individuazione dell’ultimo posto visto di gruppi terroristici, i possibili luoghi in cui potersi nascondere, le Regioni in cui hanno operato e le caratteristiche ambientali dei luoghi dove hanno operato. L’algoritmo sarà aggiornato mensilmente”.
Il ‘Transparence Finance Program’
Edoardo e colleghi hanno anche raccomandato l’attuazione del ‘Transparence Finance Program’, programma con gli obiettivi di prevenire la stratificazione nelle banche offshore, scoraggiare il riciclaggio di denaro e individuare tutti i movimenti sospetti o le operazioni finanziarie attribuibili alle azioni terroristiche, per esempio le transazioni da Paesi noti per sostenere il terrorismo, l’uso di società fittizie o conti bancari sconosciuti e potenzialmente ricollegabili al terrorismo. Il tutto funzionerà in modo elettronico, attraverso un pin sull’account collegato per poter rintracciare il denaro. Inoltre, il giovane studente romano ha pensato e raccomandato la creazione di un algoritmo che analizzerà e determinerà se un Paese richiedente ha davvero bisogno di aiuti finanziari, al fine di combattere il finanziamento del terrorismo nella Nazione.
Edoardo: “Voglio cambiare il Paese e non cambiare Paese!”
Queste sono solo alcune delle idee di Edoardo e dei giovani dal mondo che hanno lavorato con lui. Ma è chiara una cosa: la motivazione dei giovani a cambiare le cose in sinergia con le potenzialità della tecnologia può davvero fare la differenza. “Le nuove tecnologie sono il futuro e noi italiani dobbiamo rendercene conto, a partire da chi governa. Non esiste destra o sinistra, esiste il progresso per la Nazione; e noi giovani possiamo fare grandi cose. Il fenomeno del terrorismo è un fenomeno esteso e dispiace vedere che in Italia si vede la tragedia solo quando accade vicino a casa. Spesse volte in Italia il nemico viene associato ai musulmani ma il fenomeno deriva da un’interpretazione sbagliata ed estremizzata di una religione. In Italia si deve capire che il nemico non è lo straniero e che, anzi, questo può essere una risorsa. Per combattere il terrorismo la tecnologia è fondamentale ma noi giovani dobbiamo capire che noi siamo i leader del nostro oggi e che dobbiamo crederci per poter cambiare le cose. Il mio obiettivo è di cambiare il Paese invece che cambiare Paese!”.