Progetto formativo o esperienza superflua? L’Alternanza Scuola Lavoro continua a far discutere e di certo ha bisogno di correzioni. Una bella proposta arriva dall’Istituto Superiore di Sanità
L’Alternanza Scuola Lavoro continua a tenere banco anche con il nuovo Governo. Introdotta con la legge 53/2003 e attuata con il decreto legislativo 77/2005, ha iniziato realmente a far parlare di sé con il potenziamento apportato dalle legge sulla ‘buona scuola’, l’ormai nota legge 107/2015, che ha reso l’Alternanza obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado, le superiori per intenderci.
Sono previste 400 ore per istituti tecnici e professionali e 200 ore per i licei, ore che possono essere svolte anche nei periodi di sospensione dell’attività didattica. Il nuovo Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha già espresso nelle sue linee programmatiche e in più occasioni la sua volontà di modificare la normativa sull’Alternanza, andando ad agire proprio sui punti più critici e discussi. E se sul tema i sindacati intervengono spesso e volentieri sulla necessità di riforma dell’Alternanza, arriva un bel modello dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), fra i primi Enti di Ricerca a sostenere l’Alternanza.
Alternanza, tra criticità e riforma
Le criticità che spesso vengono alla luce in merito all’Alternanza sono molte. Prime fra tutte l’obbligatorietà e le molte ore da destinare ai percorsi, soprattutto per quanto riguarda i licei; obbligo che può portare gli istituti scolastici a dover accettare proposte magari non attinenti alle attività didattiche dei ragazzi o di una qualità non ottima pur di riuscire a collocare gli studenti nelle aziende per il periodo previsto.
Non si può neppure escludere il potenziale rischio per i ragazzi di trovarsi in condizioni aziendali non idonee allo scopo dell’Alternanza. Altri problemi riscontrati sono sia il carico di lavoro dei docenti, che si ritrovano a organizzare attività extra e di cui non sempre hanno il polso, sia degli studenti che di fatto si ritrovano spesso a dover affrontare l’Alternanza con la problematicità di adempiere in parallelo a tutti gli obblighi scolastici, dalle verifiche ai compiti a casa. Il problema fondamentale resta di trovare il modo di garantire percorsi di qualità, in sicurezza e coerenti con il programma formativo degli alunni.
Sembrerebbe che il MIUR stia pensando a una riduzione del numero di ore dei licei e alla modifica per la norma per cui l’Alternanza sia vincolante per l’Esame di Stato. Le sigle sindacali già hanno detto la loro. Per l’Unione Sindacale di Base l’Alternanza va abolita poiché “prepara a essere lavoratori flessibili e sfruttabili”. Per la UIL Scuola, “deve essere una scelta didattica, deve ricadere nella responsabilità e nell’autonomia della scuola”. Insomma, il punto comune è uno: ci vuole un cambio di rotta.
La proposta dell’Istituto Superiore di Sanità
L’Istituto Superiore di Sanità ha ideato una proposta che permetterebbe agli studenti di affrontare il percorso di Alternanza con maggiore tranquillità. “Una difficoltà che vorremmo segnalare – specificano le dottoresse Cristina Agresti, Paola De Castro e Maria Cristina Barbaro – riguarda il fatto che questi ragazzi vengono qui all’ISS ma in parallelo devono affrontare anche tutti gli impegni scolastici. Quindi per loro è un doppio lavoro. A questo va aggiunto anche l’impegno alla fine del percorso per presentare la loro l’attività. È il sistema che sovrapponendosi non sempre permette allo studente di svolgere le attività di Alternanza serenamente. Una strada che noi abbiamo proposto ai docenti (sebbene sia attuata ancora da poche scuole) è di separare i periodi, cioè dedicare all’Alternanza due periodi definiti dalla scuola o dal MIUR durante i quali gli studenti in Alternanza non hanno lezione. Questo è un modo per gli studenti di concentrarsi sull’Alternanza e viverla con serenità, traendone il massimo beneficio. Abbiamo notato che questa soluzione funziona molto bene. Inoltre, bisognerebbe selezionare con più attenzione percorsi di qualità che siano collegati agli interessi degli studenti e che possano essere portati avanti nei trienni ”.
La soluzione proposta dall’ISS può essere riproponibile a larga scala per tutti gli istituti scolastici. Se la scuola sospendesse le lezioni nelle settimane di Alternanza, gli studenti potrebbero concentrarsi su un’attività che dovrebbe essere integrativa alla loro formazione. Insomma, i punti su cui si dovrebbe agire sono essenzialmente due. Primo: l’integrazione tra Alternanza e attività didattica, con una buona organizzazione alla base. Secondo: il giusto equilibrio tra le esigenze della programmazione didattica e le ore di Alternanza, in modo che lo studente non sia sovraccaricato e possa trarre effettivamente beneficio dai percorsi di Alternanza. Va da sé che le aziende devono impegnarsi a creare attività idonee e con elevati standard di sicurezza. Su questo punto il nuovo Governo non mancherà di monitorare.
21.500 ore e 200 tutor: la ricerca si avvicina ai giovani
Vale la pena di spiegare anche il modello proposto dall’ISS, sia per le attività proposte sia per la sinergia che si è creata tra ricercatori e istituti scolastici. Il team di coordinamento dell’Alternanza all’ISS è composto da Cristina Agresti, Paola De Castro, Elena Ambrosini, Maria Cristina Barbaro, Sandra Salinetti, Eugenio Sorrentino, mentre l’Unità di informatica è costituita da Marco Mirra, Stefano Lucattini, Massimiliano Di Gregorio e Luca Fucili. L’ISS tiene a valorizzare tutta la squadra.
Oggi sono circa duecento gli studenti che fanno Alternanza all’ISS, oltre ad un altro centinaio nel progetto di AlternanzaPiù, che permette agli studenti delle scuole in convenzione di tornare all’ISS per partecipare ad attività divulgative promosse dai ricercatori. I progetti pluridisciplinari rientrano in 4 aree tematiche: Ambiente & Salute, Comunicazione & Scienza, Prevenzione & Stili di vita e Malattie: dalla biologia alla clinica. All’interno di queste macro aree rientrano poi vari percorsi cuciti su misura per le scuole, fra i quali percorsi inerenti alle dipendenze da alcol, fumo e droga, alle metodologie molecolari per identificare nuovi marcatori di diagnosi delle demenze, ai vaccini e alla ricerca nella distrofia muscolare.
A oggi sono state erogate oltre 21.500 ore, con più di 200 Tutor e oltre 430 studenti. Oltre a i progetti tradizionali c’è, come detto, il percorso di AlternanzaPiù. Inoltre, all’interno della Consulta dei Presidenti degli Enti Pubblici di Ricerca, di cui l’ISS fa parte, si è costituito nei mesi scorsi un Gruppo di lavoro con l’obiettivo di condividere e valorizzare queste attività di Alternanza. Un percorso quello dell’ISS, che può sicuramente essere preso a modello per tracciare una strada sempre più volta alla qualità e che avvicina i giovani al mondo della ricerca.