L’attrice terrà un corso sulle strategie per contrastare la violenza sessuale nei conflitti armati, problema contro cui combatte da anni
Angelina Jolie è, ormai da qualche anno, molto più di un’attrice: produttrice e regista, ma anche filantropa e ambasciatrice dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Da oggi, nel suo curriculum, potrà aggiungere il ruolo di professoressa alla London School of Enonomics. Il suo corso, che inizierà in autunno, sarà inserito in un master su Donne, pace e sicurezza, il primo di questo tipo a livello internazionale. Nello specifico si occuperà delle strategie per contrastare la violenza sulle donne nei conflitti armati. La signora Pitt dividerà il proprio lavoro tra lezioni frontali, workshop ed eventi pubblici, portando avanti nel frattempo il proprio lavoro di ricerca.
Il corso alla LSE
“Non vedo l’ora di cominciare a insegnare, ma anche ad apprendere dagli studenti e di condividere l’esperienza maturata negli anni di collaborazione con lion” ha detto Jolie, che ricoprirà il ruolo di “visiting professor” presso il “Centre for Women, Peace and Security” della London School of Economics. Il corso di Jolie, “Women, Peace and Security” comincerà in autunno 2016 e durerà un anno. Include anche lezioni di “Gender and Militarisation” e “Gender and Human Rights”. Gli studenti saranno invitati a condurre ricerche indipendenti, ed ognuno di loro esaminerà un’area con lo scopo di capire come prevenire la violenza sulle donne.
L’impegno contro la violenza di genere
Jolie da anni conduce una battaglia per combattere la violenza di genere. Nel 2012, insieme al ministro degli esteri britannico, William Hague, ha lanciato un’iniziativa per cercare di svegliare le coscienze su questo tema, per mettere fine all’impunità e aiutare le vittime. Nel 2014 la Jolie ha preso parte anche al summit mondiale che si è tenuto a Londra, in cui i maggiori leader mondiali hanno discusso su delle strategie concrete per mettere un freno allo stupro come arma di guerra. Il tema è stato affrontato dall’attrice anche nel suo debutto alla regia con In the Land of Blood and Honey, film sugli stupri di massa in Bosnia tra il 1992 e il 1995. Secondo le stime dell’Onu, in quegli anni tra le 20mila e le 50mila donne furono vittime di violenza sessuale.