Avviata oggi, nella città vecchia di Bari, la Scuola Open Source: 3 laboratori XYZ di coprogettazione con 24 docenti e 60 partecipanti. Tutto gratuito
Sentivamo parlare della Scuola Open Source di Bari già da qualche tempo: lo scorso dicembre questo progetto di formazione innovativa, strutturata “dal basso”, con procedura collaborativa e gratuita, aveva vinto i 50 mila euro del bando Che Fare, e aveva così cominciato a pianificare l’avvio delle attività per una Scuola che nei metodi si pone a metà tra la fabbrica di Olivetti e il metodo dell’Accademia Platonica. La SOS è stata avviata oggi con tre laboratori di coprogettazione sulla stessa scuola, ovvero sul suo sviluppo. Le prime attività, infatti, saranno dedicate a costruire l’architettura della scuola, che servirà “per aggregare chi si occupa di ricerca e innovazione in tutte le sue forme, sperimentando sul campo, fra contaminazione e multidisciplinarietà, in un modello aperto e a forte connotazione sociale” ha detto stamane la presidente Lucilla Fiorentino nella conferenza stampa di presentazione. La SOS è una scuola, ma anche una startup, un progetto di innovazione sociale che punta a mettere in contatto formatori, manager e studenti per realizzare idee innovative.
I tre laboratori
La scuola si terrà nella città vecchia di Bari, e partirà con i laboratori XYZ, incentrati sulla creazione della Scuola da parte della sua stessa comunità. Avviati oggi, proseguiranno fino al 30 luglio. Sono stati il direttore didattico e vicepresidente della Scuola Alessandro Tartaglia e il direttore scientifico Alessandro Balena a presentarli stamane: “I laboratori sviluppano in modo orizzontale e cooperativo tre ambiti di ricerca/progetto uniti da un filo rosso: X-Identità (che frutterà ad esempio logo e strategie di comunicazione, fino alla definizione di un sistema d’identità), Y-Strumenti (che consentiranno alla Sos di funzionare: dalla strumentazione agli open data, dalla moneta virtuale all’assetto generale) e Z-Processi (il funzionamento attorno ai quattro cardini della Scuola: ricerca, didattica, co-living, spinoff)”.
Tutor e talk
La scuola è strutturata come una full immersion, e le attività si terranno tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 nella Sala Murat e nel vicino Isolato 47, una palazzina messa a disposizione della Scuola in seguito a una convenzione col Politecnico di Bari, uno dei partner della SOS insieme al Comune. L’idea della Scuola è nata dall’iniziativa “Laboratori dal basso” promossa dalla Regione Puglia: si configura come un Istituto Didattico e Centro di Ricerca e Consulenza Artistica e Tecnologica per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato (digitale e non). Ci saranno 24 docenti e 60 partecipanti che hanno superato le selezioni. Tra i tutor figurano i direttori di CheFare, Bertram Niessen, e dell’Isia di Urbino, Luciano Perondi; Giovanni Lussu e Giovanni Anceschi, teorici italiani di design; Giacomo Leonzi, cofondatore del primo FabLab italiano, a Torino; Salvatore Iaconesi, hacker e progettista di fama internazionale. I partecipanti sono stati selezionati fra 199 richieste da tutta Italia e anche dall’estero.
Un Sos per il futuro
I temi trattati toccheranno i campi della sharing economy, dei maker e degli hacker. “Del resto – scrivono dalla Scuola – il nostro acronimo è indicativo: un Sos lanciato a chi si pre-occupa (il trattino ci sta) del futuro, quella comunità di artigiani digitali, maker, artisti, designer, programmatori, pirati, progettisti, esperti di tecnologia, scienza, arti visuali, robotica, domotica, biologia, elettronica: sognatori e innovatori che agiscono assieme, sperimentando nuovi modelli e pratiche di ricerca, didattica, mentoring e co-living”. Chi non è riuscito a entrare nelle selezioni può cercare di seguire, ogni pomeriggio, uno dei talk di mezzora, aperti e gratuiti, con i docenti ed esperti (ci si prenota qui).