Manca solo l’Aria sulla quarta corda di Bach, ma per il resto è una puntata interattiva di SuperQuark, con filmati della serie Blue Planet
Era il 2007 e sul fortunatissimo Nintendo Wii arrivava, delicatamente, Endless Ocean (o Forever Blue), della giapponese Arika. Un titolo che si sarebbero filati in quattro gatti (amanti del pesce, si sa…) visto che di fatto calava i giocatori negli attillati panni di un sub e chiedeva loro di immergersi in mari pullulanti di vita al solo scopo di raccogliere informazioni sulla flora e sulla fauna dei fondali. Sorprendentemente ebbe il suo seguito, piccolo ma appassionato, che convinse lo sviluppatore a produrre un sequel e a calibrare meglio il gameplay mescolandolo con un po’ di azione. In Endless Ocean 2 – Avventure negli abissi, infatti, se ci si avvicinava troppo ai predatori, si veniva attaccati. Un bello spavento, comunque fine a se stesso, dato che era impossibile finire sbranati anche dal più terribile degli squali bianchi. Di fatto il gioco sciorinava una quantità smodata di nozioni scientifiche intervallate qua e là da un buon numero di messaggi volti a sensibilizzare i più giovani sul tema della tutela degli oceani. Sono passati 10 anni dall’ultimo titolo prodotto da Nintendo e questo importante testimone educativo viene oggi simbolicamente raccolto da Beyond Blue (qui il sito), videogame per PS4, Switch, Windows, Xbox One sviluppato, con la collaborazione della BBC, da una software house occidentale che ha fatto del “social impact” la propria linea guida: E-Line Media.
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Nuotando in Beyond Blue
Beyond Blue è esattamente una versione in miniatura (anche il prezzo cui viene proposto, del resto, è ridotto), di Endless Ocean. Per cinque – sei ore vi porterà alla scoperta di fondali marini e di specie incredibili sommergendovi di nozioni. Noioso? Affatto. Perché se ci pensate non conosciamo quasi nulla di ciò che vive in fondo al mare, questo nonostante gli oceani ospitino alcune delle razze più affascinanti mai apparse sul pianeta.
Avevate mai visto una balena allattare il suo cucciolo? Ecco, il gioco inizia proprio con questa scena altamente evocativa, dato che la nostra alter ego virtuale, la biologa marina Mirai, sta mettendo a punto un software per comunicare con i cetacei. Per poi proseguire sul metodo di caccia degli squali, le strategie delle orche assassine, l’elusività camaleontica dei polpi, la ferocia dei barracuda e via discorrendo.
Che si pinneggi tra barriere coralline pullulanti di vita, geyser fumanti che tratteggiano panorami alieni o oscuri fondali in cui la vita si è fatta rarefatta e ha assunto sembianze mostruose (avete mai visto uno squalo goblin? Ecco, provate a cercarlo su Google), il prodotto di E-Line Media riesce comunque a regalare emozioni, stante la totale assenza di obiettivi ludici, barre della vita o missioni da completare.
Alcuni paesaggi sono davvero inquietanti, anche per gli animali che ospitano. Peccato che non siano un po’ aggressivi…
Ecco, ciò che sorprende è che Beyond Blue, nonostante non sia di fatto un videogame, quanto più un docu-videogioco, una sorta di documentario interattivo da museo, si fa giocare che è una meraviglia. Si avanza con la ricerca solo per il puro piacere di saperne di più sugli animali di questo pianeta, sbloccando i filmati della fortunata serie della BBC Blue Planet. Ed ecco perché dicevamo, scherzando ma nemmeno troppo, che questo sarebbe un videogame in grado di piacere parecchio a Piero Angela: di fatto è una puntata ludica, benché seriosissima, dei documentari Blue Planet, tra i prodotti più accurati mai girati prima.
Un messaggio naturalistico assai forte
Il gioco seguirà le avventure della famiglia di balene che incontreremo subito dopo che si saranno dissolti i titoli di coda. Le loro peregrinazioni saranno il pretesto per cambiare più volte location, portandoci alla scoperta degli scenari naturali più variegati. Naturali sì, ma non incontaminati.
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Il messaggio naturalistico dietro Beyond Blue è assai potente: a un certo punto, per esempio, finirete in un santuario dei cetacei distrutto dalle trivellazioni e vedrete cosa succede al fondale e alla flora marina dopo che è passato l’uomo. Qua e là, poi, è possibile imbattersi in sacchetti di plastica, lattine e altri rifiuti. E ci si sente in colpa.
Purtroppo, Beyond Blue non recupera da Endless Ocean 2 – Avventure negli abissi alcun elemento ludico. Niente collezionabili e sbloccabili, niente ricerche archeologiche a fare da contorno, non c’è nemmeno la possibilità di essere aggrediti dai predatori, che comunque aiutava ad aumentare l’immedesimazione e regalava qualche palpitazione in più. È e resta un documentario interattivo. Purtroppo non ci sono nemmeno le bellissime liriche del gioco prodotto da Nintendo (cercatele su Youtube). Ma, nonostante questo, Beyond Blue resta una esperienza interattiva profonda, nel vero senso della parola, magica e forse persino catartica, tanto rilassante quanto istruttiva.