Gli insegnanti caricano foto e video, si crea una community che li mette in contatto costante con le famiglie. Ma non mancano le critiche
Saranno contenti genitori e insegnanti. Un po’ meno, c’è da scommetterci, gli studenti. L’app ClassDojo, fondata da Sam Chaudhary e Liam Don, è usata ormai in due terze delle scuole americane, ma sono milioni gli utenti anche nel resto del mondo. Viene utilizzata in 180 paesi, praticamente tutto il globo. Disponibile su Apple Store e Google Play, funziona come un social network, o meglio una social community, attraverso cui i genitori possono monitorare il lavoro fatto a scuola dai propri figli, grazie alle foto e ai video caricati dagli insegnanti. E’ come se i tanto temuti colloqui di una volta (di solito non più di tre o quattro l’anno) avvenissero quotidianamente, in tempo reale.
Avatar, like e chat
Tutti i contenuti possono essere visti dai papà e dalle mamme a casa, che possono esprimere il proprio apprezzamento anche con un “like”. La app prevede inoltre la possibilità di scambiarsi messaggi privati e di tenere così sempre sotto controllo l’attività dei ragazzi, gli eventuali problemi o aspetti da migliorare. Viene così a cadere la tradizionale barriera che si creava tra l’aula a scuola e la propria casa: ora è tutto in un unico, grande spazio virtuale.
Favorevoli e contrari
Non sono mancate le critiche ad un approccio di questo tipo. ClassDojo crea una sorta di avatar dello studente, che guadagna punti quando si comporta bene e li perde quando si comporta male. Tutto sotto l’occhio vigile dei genitori. «Questa app altro non è che una gogna digitale, uno strumento per rendere pubblica la punizione dei ragazzi» si legge in uno dei commenti degli utenti sull’Apple Store. Ma c’è anche chi la pensa diversamente: «Ho sempre desiderato sapere come se la cavavano i miei figli a scuola – racconta una mamma in un altro commento – e finalmente con ClassDojo ci riesco!». I risultati, in ogni caso, sembrano dare ragione a Chaudhary e Don: al termine della scorsa estate, nei giorni in cui le aule riaprivano le porte e si preparavano ad accogliere gli studenti, ClassDojo è stata scaricata da qualcosa come 500mila utenti ogni giorno.
Il passaparola delle mamme
«Abbiamo un approccio molto diverso da quello di molte altre aziende della Silicon Valley – ha spiegato Chaudhary – perché non abbiamo inventato una tecnologia che fa qualcosa al posto della persona fisica. Semplicemente, abbiamo usato la tecnologia per migliorare una cosa che le persone già facevano nella vita di tutti i giorni». Una mentalità che ha pagato, visto che il successo della app è arrivato senza alcun tipo di pubblicità o di marketing. Hanno pensato a tutto le mamme con il passaparola.