Dallo sviluppo di strategie di comunicazione, partendo dall’analisi dei dati, a un format didattico partecipato per la progettazione dei master. L’intervista a Alessandro Tartaglia, direttore della Scuola Open Source, sugli output di XYZ.
Si chiude il laboratorio di co-progettazione XYZ, organizzato a Bari, dal 23 al 31 luglio, dalla Scuola Open Source (SOS). Quarantacinque partecipanti si sono confrontati con docenti provenienti da altri centri di cultura indipendente per smontare e rimontare processi, raccogliere e analizzare dati, progettare e definire strategie di comunicazione con l’obiettivo di scrivere il futuro della Scuola Open Source. Con Alessandro Tartaglia, direttore della scuola, abbiamo ripercorso i tre assi cartesiani x, y e z, ovvero le tre macro-aree comunicazione, strumenti e processi, per capire cosa è successo nelle giornate di svolgimento del laboratorio e gli output prodotti. Certo è che questa è una delle edizioni (la quarta) più riuscite del laboratorio, perché, dice Alessandro Tartaglia, “il team della scuola era già rodato come squadra e la durata, concentrata in sette giorni, ha dato meno spazio alla teoria e alle grandi discussioni e maggiore agli scambi operativi, sviluppati a partire dagli output raccolti nella scorsa edizione”.
L’asse X: comunicazione
Si è parlato di propaganda, caratteri tipografici e web design (lato user experience e interfaccia grafica) per definire l’identità di SOS e le strategie di comunicazione da mettere in campo. «Sono stati realizzati – spiega Tartaglia – dei sondaggi tra i partecipanti al laboratorio e all’esterno, attraverso mailing e strumenti social, sulla percezione della scuola, anche attraverso l’identificazione con delle citazioni prese da autori diversi, e sul senso dato a parole chiave come sud e lavoro che hanno restituito alcuni dati. Mettendoli a valore in modalità open attraverso dataset e Api, saranno resi fruibili in un unico contenitore e agganciati a visualizzazioni utili a definire le strategie di comunicazione». I partecipanti hanno anche lavorato sul gestionale della piattaforma SOS, al restyling del sito e all’upgrade del carattere tipografico Freak Grotesk (nato dalla manomissione, in modo generativo, di HK Grotesk e in cui le parole sono disposte sui quattro angoli dello spazio e possono essere accompagnate da una macchia che rappresenta l’elemento di identità), utilizzando algoritmi Python che creano grafiche dinamiche. Sarà inoltre realizzato un libro che racconta i progetti di innovazione sociale promossi dalla Scuola Open Source.
L’asse Y: strumenti
I partecipanti hanno lavorato allo sviluppo di Asimov 2, il sistema di accesso che permette di tenere la scuola aperta 24 ore su 24, basato su sensori capacitivi e un sistema di autenticazione con badge e pin. «Rispetto alla versione precedente, si è passati dall’utilizzo di Arduino a Raspberry e all’implementazione della tecnologia bluetooth che ha sostituito i limiti dell’intranet e della connessione a internet». É stato anche progettato un giunto per creare mobili, autofresandoli o stampandoli in 3D, e messo a punto un sistema di crediti basato sull’economia alternativa, in cui non si accumula ma si genera valore attraverso una “paravaluta”: chi supporta le attività matura dei crediti che potrà impiegare nella realizzazione di ulteriori attività, coinvolgendo, con lo stesso principio, altri soggetti.
L’asse Z: processi
Oltre debuggare i processi gestionali e di governance sviluppati negli 8 mesi precedenti, è stato realizzato e rilasciato in open source un documento che simula il funzionamento della scuola: è una specie di gioco da tavola con delle carte che riprendono gli eventi che possono accadere e fungono da stress test. «Lungo quest’asse, si è anche lavorato allo sviluppo di un format didattico, che partirà tra settembre e ottobre, per l’organizzazione di percorsi formativi sul tema dell’innovazione sociale, declinato nelle varie discipline trasversali: raccolta e analisi dei dati, codici, making, user experience, etc. Il format è guidato dalla co-progettazione: c’è un gruppo di lavoro che si incontra, struttura il percorso formativo (dalla durata, all’argomento, al costo) e lo realizza con le proprie competenze». Ultimo output di questo laboratorio è stata la redazione di un documento, collegato all’asse X, ispirato dalla volontà di costruire una community e che analizza il rapporto di SOS con il territorio, per comprendere le aree di miglioramento.