La metodologia si adatta alla cura dei bimbi autistici, ma è spendibile anche nel mondo delle professioni. StartupItalia! ha intervistato Luca Canever, formatore del TAGteach internazionale
Burrhus Frederic Skinner, psicologo comportamentista del ‘900, ha spianato la strada alla scienza del comportamento. Fra le sue massime, possiamo senz’altro ricordare quella relativa agli insegnanti: “Gli insegnanti hanno sempre messo in pratica efficaci strategie quando hanno insegnato con successo. Ma avrebbero ancora più successo se capissero cosa stanno facendo“. L’intenzione di Skinner è quella di spronare gli insegnanti e chi in generale si occupa di formazione a comprendere meglio gli strumenti più idonei per trasmettere la conoscenza. Non esiste certo una metodologia sola, ma più metodologie che possono essere anche personalizzate. Per quanto riguarda l’insegnamento, possiamo parlare del TAGteach, metodologia che può aiutare ogni docente, perché si basa su leggi comportamentali e anche perché sviluppa linguaggio e strumenti di facile utilizzo da parte di tutti. Infatti, non è più necessario padroneggiare complicate conoscenze scientifiche per migliorare le capacità di insegnamento.
Che cos’è il Tagteach
Prima di tutto possiamo dire che TAGteach sta per Teaching with Acoustical Guidance (Insegnamento Audio Assistito). Stiamo parlando di una tecnica di insegnamento e comunicazione che si basa sui principi scientifici del condizionamento operante.
Il TAGteach è un metodo incluso nell’approccio ABA (Analisi Applicata al Comportamento) e permette di rinforzare un comportamento in modo estremamente preciso, facendo utilizzo di un segnale acustico per “confermare” la correttezza dell’esecuzione. Questo segnale acustico al centro del TAGteach, è un suono breve, acuto, emesso da un dispositivo portatile (il “Tagger“). Quando l’allievo esegue il comportamento corretto, il docente preme la linguetta metallica del tagger. In questo modo, tale suono significa che il comportamento è corretto. Pertanto, il suono viene registrato dall’alunno come uno stimolo che aumenta la frequenza futura del comportamento corretto.
L’intervista
Per spiegare meglio il TAGteach abbiamo intervistato Luca Canever, formatore del TAGteach internazionale ed insegnante di sostegno specializzato nella scuola secondaria secondo grado.
Quando e come ha conosciuto questa metodologia?
Ho iniziato a occuparmi di comportamento 15 anni fa quando in famiglia è arrivato il nostro primo cane, una golden retriever di nome Iris. Con lei ho iniziato il mio percorso di conoscenza del clicker training, una tecnica di addestramento positivo sviluppata negli acquari con i mammiferi marini e arrivata successivamente ai proprietari di animali domestici.
Dieci anni fa sono diventato papà e ho deciso di cercare di applicare le leggi scientifiche che avevo imparato ad apprezzare con Iris anche nell’educazione di mio figlio. È stato questo momento in cui ho conosciuto il TAGteach ed ho deciso di intraprendere questo nuovo percorso. Non mi è sembrato strano applicare le stesse tecniche che avevo usato con Iris anche con mio figlio.
Abbiamo utilizzato il TAGteach per insegnare a farsi tagliare le unghie quando aveva 2 anni, o, un paio di anni dopo, per imparare ad usare il coltello a tavola. Poi è stato il momento di imparare ad allacciare le scarpe e di apprendere i rudimenti di tennis e basket. Abbiamo lavorato su “cose” di scuola come la lettura e la scrittura. Anche la maestra di mio figlio ha voluto provare il TAGteach, utilizzandolo a scuola per insegnare a “tenere il riporto” in terza elementare. Devo dire che quello che mi ha sempre affascinato del TAGteach sono i risultati che si ottengono, ma soprattutto come gli allievi rispondano alla tecnica. Sono allievi che diventano motivati e interessati da quello che stanno imparando.