Al TAG Innovation School un master che ha già 400 iscritti. Si insegneranno le tecniche di una nuova figura professionale che siamo sicuri avrà un ruolo chiave per la digitalizzazione delle aziende. Qui per iscriversi
È la Digital Economy, quella in cui viviamo immersi ogni giorno e che richiede uno sforzo costante per costruire basi utenti, acquisire nuovi clienti, sviluppare una relazione che non è solo vendita ma continuo scambio di informazioni e servizi. Sembra semplice, tutti si sentono un po’ social media manager e le professioni del digital spesso vengono considerate come facili, alla portata di tutti, quasi da fare gratis. Per fortuna, di chi in questa economia ci lavora con impegno e competenza, non è così, i professionisti seri costano e il mercato del lavoro dà un dato chiaro: mancano risorse. Se poi ci si affaccia sulle professioni di frontiera, manca proprio cultura, conoscenza delle stesse, delle metodologie, dei processi.
È qui, insomma, che si sta sviluppando la nuova ricchezza ed è qui che, anche in Italia, ha senso far crescere la propria professionalità e la propria azienda. E ha senso farlo andando verso nuove frontiere, perché, come sottolinea Larry Page, co-fondatore di Google, non basta proporre un prodotto o un servizio innovativo che cambierà il mondo per avere successo. Aggiungo:
troppo spesso, e da sempre, le aziende pensano solo al prodotto e non alla comunicazione, finendo per vedere i propri progetti fallire.
Oggi, comunicazione e marketing sono imprescindibili se si vuole lanciare un nuovo servizio o prodotto nel mondo della digital economy ed è qui che entra il growth hacking, quella che è considerata la strategia dietro i successi dei grandi player del digital.
A cosa serve l’hacker della crescita per un’impresa
Sono moltissimi gli esempi di successo che hanno permesso ad aziende quasi sconosciute di crescere in modo esponenziale e di diventare tra le più famose sul panorama internazionale. Ricordiamo Airbnb, che ha ottenuto quasi il 40% dei suoi clienti dal suo “Referral Program”, Hotmail che si è fatto strada con un Post Scriptum in fondo a ogni mail: “Ti voglio bene”. Ma anche Mailbox, che ha ottenuto un milione di utenti in una settimana creando una lista d’attesa di migliaia di persone. La chiave di successo di queste aziende è riconducibile a eccezionali team di Growth Hacking.
Il Growth Hacker è un professionista che conosce principi di digital marketing e programmazione e li fonde in un equilibrio perfetto. È un vero e proprio hacker della crescita e ha un pensiero fisso in testa: aumentare il traffico e le conversioni, per trasformare quanti più visitatori possibili in utenti. Tendenzialmente lavora con budget contenuti, risorse limitate e tempi strettissimi, sperimenta, individua il target a cui rivolgersi e fa crescere velocemente la base utenti.
Il lavoro in Italia c’è, bisogna solamente avere ben chiara la direzione che il futuro sta prendendo.
Ma ciò che davvero conta per differenziarsi dai competitor, in un mondo digital nel quale tutti i contenuti sono facilmente accessibili, è saper pensare out of the box. Il Growth Hacking è un mindset, uno status mentale preciso, una modalità di approccio che propone soluzioni innovative a problematiche sempre diverse, mettendo da parte strategie ben impacchettate da altri e inventandone continuamente di nuove.
Partendo da questi due presupposti, cioè la necessità di avere professionisti all’avanguardia nel mondo digital e l’importanza del growth hacking nella crescita di startup e servizi digital, a TAG Innovation School, la scuola dell’innovazione nata in Talent Garden, abbiamo sviluppato il primo Master part time per Growth Hacker, un percorso formativo che prevede 6 weekend dal vivo e 40 ore di formazione in modalità e-learning, a cavallo tra programmazione e digital marketing. Questi i moduli formativi: Statistics & Analytics, Marketing Planning, Behavioural Psychology, Ux Design, Technical Tools, Programming, Funnel Marketing e Growth Hacking Strategy.
A poche settimane dal lancio, il Master in Growth Hacking Marketing ha già registrato più di 400 candidature, segnale che anche in Italia il mondo del marketing sente la necessità di innovarsi: da un lato, la rivoluzione tecnologica ha reso necessaria l’acquisizione di nuove competenze, dall’altro è il mercato stesso del lavoro a richiedere questa tipologia di professionisti emergenti. Perché il lavoro in Italia c’è, bisogna solamente avere ben chiara la direzione che il futuro sta prendendo.
Alessandro Rimassa
Direttore del Tag Innovation School.