Il torneo di tennis più famoso del mondo mette al bando le cannucce di plastica. Lo scorso anno ne sono state usate 400 mila in 2 settimane (ma il tempo per smaltirne una sola è di 500 anni)
Cinquecento anni: è il tempo necessario a smaltire una sola cannuccia di plastica, quella che utilizziamo per bere una bevanda in pochi minuti, ma destinata invece a restare nell’ambiente per un tempo assai lungo.
In tutto il mondo si utilizzano più di un miliardo di cannucce al giorno; solo negli Stati Uniti, secondo i dati della Plastic Pollution Coalition, ogni giorno se ne consumano 500 milioni; a Londra, circa 2 miliardi l’anno tanto che l’Evening Standard ha lanciato una petizione su Change.org per chiedere ai produttori di metterle al bando o trovare soluzioni eco sostenibili entro il 2018.
Per motivi di tutela ambientale (e non solo) anche Wimbledon dunque si allinea e dice NO alle cannucce di plastica. Lo hanno annunciato recentemente in conferenza stampa gli organizzatori del torneo di tennis più famoso del mondo, specificando che a partire dall’edizione 2018 non si potranno più utilizzare in bar e ristoranti all’interno dell’All England Lawn Tennis Club.
Wimbledon 2018 – dal 2 al 15 luglio stop alle cannucce
Nel 2017, tra un Pimm’s N° 1 Cup e un altro, ne sono state utilizzate più di 400mila durante l’evento sportivo, ma nel 2018 gli organizzatori hanno deciso di dire basta, scegliendo le cannucce di carta riciclabile.
Dunque dal 2 al 15 luglio anche Wimbledon farà la sua parte dando spazio esclusivo all’uso di prodotti ecosostenibili, con cannucce in carta riciclata che andranno a sostituire le originali.
I Dati della Marine Conservation Society
Secondo la Marine Conservation Society, la Gran Bretagna ne utilizza 8 miliardi e mezzo l’anno; ed è uno dei dieci rifiuti trovati con più frequenza lungo le coste nazionali.
“Una cannuccia impiega 500 anni a decomporsi e le conseguenze possono essere disastrose”.
Nella campagna per ridurre le scorie di plastica “usa e getta”, numerose catene di pub e ristorazione hanno a loro volta cominciato a rimpiazzare le cannucce di plastica con sostituti di carta. La Costa Coffee, maggiore catena di caffetterie britanniche, intende riciclare 500 milioni di tazze di plastica entro il 2020.
Il mese scorso anche 60 festival musicali di tutta l’Inghilterra si sono impegnati a mettere al bando cannucce, bottiglie, bicchieri e piatti di plastica entro il 2021, nel programma“Drastic on Plastic”.
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Theresa May: Una proposta di legge
Ma l’iniziativa più drastica nella lotta alla plastica sarà presa dal governo di Theresa May, che con una legge ha proposto un completo divieto a partire dal 2019 della vendita di cannucce e bastoncini di plastica per drinks, oltre che altri prodotti di plastica monouso.
L’annuncio che il parlamento discuterà nei prossimi mesi una legge in proposito è stato dato in occasione del summit annuale del Commonwealth a metà aprile a Londra, per spingere a iniziative simili gli altri 52 stati membri dell’associazione delle ex-colonie britanniche: 2 miliardi di persone, quasi un terzo dell’umanità.
“Oltre alle nostre azioni a livello nazionale vogliamo ora invitare i Paesi del Commonwealth a unirsi nella battaglia” sui materiali plastici difficili da riciclare, conclude l’inquilina di Downing Street. Non senza ricordare la ricchezza di biodiversità e di patrimonio naturale di questi Stati, dai Caraibi al Canada, dall’Oceano Indiano all’Australia e al Pacifico, e notando che solo “un cambiamento reale può garantire alle future generazioni un ambiente naturale più sano di quello che oggi ci ritroviamo noi”.
L’iniziativa della May dovrà essere ora approvata dal parlamento di Westminster.
Nel Regno Unito è stata la Scozia a fare da apripista, avviando nel gennaio scorso una consultazione fra il governo e il parlamento di Edimburgo per mettere al bando i cotton fioc per l’igiene dal 2019.
Il Regno Unito uno dei maggiori esportatori di plastica in Cina
Il Regno Unito era uno dei maggiori esportatori occidentali verso Pechino, a cui vendeva due terzi dei suoi scarti di plastica: 2 milioni e 700 mila tonnellate dal 2012 a oggi, secondo i dati forniti da Greenpeace.
Dunque come spesso accade oltre ad esserci una ragione ecologista per tutelare l’ambiente, c’è una ragione squisitamente economica: il bando alle importazioni di rifiuti di plastica varato dalla Cina a partire dal primo gennaio scorso.
In Gran Bretagna già altre catene di prodotti alimentari e ristorazione hanno sposato la causa, come Pizza Express, Costa Coffee, Waitrose e Mc Donald’s. e anche importanti realtà come Marriott International, l’aeroporto di LondonCity, Eurostar.
Inoltre per volere della Regina Elisabetta, le cannucce in plastica saranno molto presto bandite anche dalle proprietà reali, nei ristoratori interni di Buckingham Palace, del Castello di Windsor e del Palazzo di Holyroodhouse. Lo stesso nei caffè, bar e mensa del Parlamento scozzese e anche il Museo di storia naturale di Londra ha deciso di eliminarne l’uso.
McDonald’s solo cannucce di carta ma su richiesta (da settembre)
Ed è di queste ore l’annuncio anche di McDonald’s: si daranno cannucce di carta e solo su richiesta.
Lo scorso mese Mc Donald’s si è impegnata a fornire soltanto imballaggi sostenibili entro il 2025. E Per quanto riguarda le odiate cannucce, la fase di prova è già cominciata a maggio in alcuni dei 1.300 ristoranti britannici, dove sono già state introdotte le cannucce di carta eliminate dagli espositori vicino le casse, e che devono essere richieste dai clienti.
Una “rivoluzione” che a partire da settembre sarà estesa a tutti gli altri locali di McDonald’s nel Regno Unito, per arrivare a regime nel 2019. “Sono stati gli stessi clienti a far presente che non tutti vogliono le cannucce – ha spiegato l’AD della società, Paul Pomroy – da qui la decisione di darle solo a chi ne farà richiesta“.
La recente iniziativa di McDonald’s ha avuto il plauso del Segretario di stato Michael Gove, che l’ha definita “un significativo contributo, un bell’esempio per altre grandi aziende”.
Per ora, il bando delle cannucce non interesserà la compagnia a livello globale, ma McDonald’s pare inteda testare “materiali alternativi alla plastica” a breve anche in Francia, Norvegia e negli Stati Uniti.