L’evento toscano sul futuro dell’insegnamento visto da un relatore del Festival: Marco Vigelini, che ha tenuto un workshop su Minecraft
La settimana scorsa ho avuto la fortuna di poter partecipare alla prima edizione del Festival della Didattica Digitale in qualità di relatore di uno dei tanti workshop proposti, edizione svoltasi nella medievale cornice del centro cittadino di Lucca. Voglio raccontare l’esperienza formativa che ho potuto toccare con mano vivendo il lungo weekend all’insegna della sperimentazione ed attraverso lo “sporcarsi le mani facendo” e svolgendo attività innovative proposte nei vari laboratori: l’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, con Indire come partner scientifico, l’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana e quello provinciale di Lucca e Massa come partner istituzionali, una serie di importanti collaborazioni didattiche che vanno dai locali centri scolastici di Lucca, passando per la provincia pisana (Scuola Superiore Sant’Anna, Centro Piaggio UNIPI, il fablab Cascina) fino ad arrivare alla Scuola di Robotica di Genova ed alla Fondazione Museo Civico di Rovereto e con collaborazioni aziendali con realtà del calibro di Microsoft Italia e la Fondazione Città della Scienza di Napoli.
Un festival interattivo
Il festival è stato concepito come momento espositivo ed allo stesso tempo formativo, permettendo di interagire in prima persona con i tanti workshop messi a disposizione: l’obiettivo principale dichiarato e’ stato quello di mettere in condizione i diretti interessati – docenti ed alunni, genitori e tecnici – di sperimentare e toccare con mano le numerose attivita’ innovative individuate dall’organizzazione. Facendo seguito alle linee guida elaborate nel recente Piano Nazionale Scuola Digitale il festival della didattica digitale si è articolato su quattro aree d’interesse: robotica e coding, realtà virtuale, inclusione e storytelling. Il centro della città di Lucca, veramente a misura d’uomo, e dove è possibile vedere piacevolmente sfrecciare per strada tante biciclette, si è prestato particolarmente a questo tipo di evento spalmato in varie location poco distanti tra di loro.
Workshop e laboratori
Il festival è stato avviato con un conferenza d’apertura presso la Chiesa di San Francesco presieduta dal presidente di INDIRE Giovanni Biondi e dal Direttore dell’Istituto di BioRobotica San’Anna di Pisa Paolo Dario, offrendo spunti di riflessione e critici sul ruolo delle nuove tecnologie nei processi d’apprendimento. A seguire sono iniziati i lavori nelle diverse sedi. Tanti e diversificati i workshop proposti per avvicinare la platea a toccare con mano queste nuove tecnologie. Usando gli spazi attrezzati dei laboratori scolastici sopra citati gli alunni sono stati invitati a fare pratica con tante soluzioni di robotica, da quelle più semplici (Bee Bot e Blue Bot) a quelle via via più complesse (Lego WeDo 2.0 e Mindstorms EV3); sono state inoltre presenti in mostra permanente e senza necessità di prenotazione una serie di stand di scuole ed altri enti che hanno esposto le proprie realizzazioni frutto dell’utilizzo di strumenti particolarmente innovativi e con l’obiettivo di raccontare ai tantissimi visitatori le differenti caratteristiche tecniche, funzionali e didattiche delle stesse. L’ex monastero del complesso San Micheletto si è ben prestato ad accogliere tra i suoi locali la maggior parte dei workshop e conferenze. Dal punto di vista tecnico a farla da padrone in questo antico complesso medievale e’ stata sicuramente l’aula 6 dotata di ben 40 postazioni iMac da 24 pollici, nella quale si sono susseguiti i laboratori più operativi ospitando le soluzioni di robotica Lego, le sperimentazioni con i piccoli componenti Little Bits, l’accesso ad edMondo il mondo virtuale 3D dell’istituto di ricerca INDIRE e l’utilizzo come strumento didattico del gioco per PC piu’ venduto al mondo, Minecraft.
Sul futuro dell’apprendimento
Solitamente ai workshop, esclusi alcuni riservati al solo corpo docente, si sono affacciati nello stesso momento tutti i diretti interessati del mondo della scuola: dirigenti, docenti, bambini e ragazzi di ogni ordine e grado, genitori ed assistenti tecnici. Il fattore comune delle discussioni sorte al termine dei laboratori è stato, da un lato, la percezione dell’importanza e la necessità di saper avvicinare i ragazzi all’utilizzo consapevole di questi nuovi strumenti, e dall’altro, la volontà di ricevere formazione costante ed accrescere le proprie competenze, da parte degli insegnanti, per poter approfondire tematiche sempre in costante evoluzione. Molto alto e variegato anche il tenore delle conferenze, tipicamente in modalità frontale, ma spesso rese interattive dal relatore a seconda dei contenuti proposti come accaduto per esempio nella conferenza sul futuro dell’apprendimento visivo (relatori: Philippe Dijon De Monteton e Massimiliano Minissale) in cui è stata data la possibilità di essere “immersi” all’interno di una tela di un famoso quadro oppure essere avvicinati, in dimensioni naturali, da un grande dinosauro estinto semplicemente indossando il visore per la realtà aumentata. L’acquisizione di tutte queste informazioni in modalità multisensoriale, ha sicuramente reso quell’esperienza visiva indubbiamente più coinvolgente: con l’aiuto poi della computer grafica è stato possibile vedere le ossa e gli organi interni del dinosauro contribuendo ad una conoscenza nuova ed inedita dal punto di vista didattico.
Durante le altre conferenze proposte è stato descritto come trasformare le risorse didattiche create dai docenti in un ebook inclusivo e libero da diritti, come saper leggere e riconoscere la pericolosità dei messaggi di spam, e sono state raccontate infine le idee e le esperienze già promosse sul campo che hanno accumunato diverse scuole tale da riunirsi in un manifesto denominato “avanguardie educative” rivolte a chi vuole cominciare a cambiare integrando il tutto anche con le nuove tecnologie e modalita’ didattiche (classe capovolta, aule 3.0, debate, ict lab etc).
Marco Vigelini