La classifica prende in esame 900 atenei, la prima italiana è il Politecnico di Milano, al 183° posto
Per il tredicesimo anno consecutivo sono usciti i QS World University Rankings, la classifica delle migliori università del mondo. Il dato più rilevante che emerge è che sui 900 principali atenei l’Europa occidentale sta lentamente regredendo. Francia, Portogallo, Germania e Italia soffrono tutti in varia misura, ma forse lo scossone più significativo viene dal Regno Unito. In tutti questi anni l’Università di Cambridge è sempre stata nel podio, mentre per l’anno accademico 2016/2017 si è posizionata quarta. Anche il King’s College di Londra è fuori dalla Top 20. Male anche gli istituti di ricerca, che si collocano a metà classifica, mentre nel resto dell’Europa occidentale le posizioni rimangono nel complesso sostanzialmente invariate. Nel frattempo le università in altre parti del mondo stanno compiendo progressi a ritmo sostenuto. L’ascesa della Cina è il miglior esempio, ma anche Danimarca, Svezia, e Belgio stanno seguendo una linea molto diversa da quella del Regno Unito.
Il MIT è al numero 1
Il podio è tutto a stelle e strisce. La migliore università del mondo per il quinto anno consecutivo è il MIT: Massachussett Institute of Technology di Boston. Al secondo posto troviamo Stanford, mentre è un altro ateneo di Boston a conquistare la terza posizione, Harvard. Il sistema universitario americano è sostanzialmente privato, si basa su donazioni e borse di studio. Scorrendo la Top 20 troviamo ben 11 atenei americani.
Per l’Italia, c’è Milano
L’Italia invece fa capolino con il Politecnico di Milano alla 183esima posizione, riconfermandosi la migliore università italiana per il secondo anno consecutivo e guadagnando quattro posizioni rispetto allo scorso anno. L’Università di Bologna si classifica al 208° posto mentre La Sapienza di Roma al 223°. Tra il 300° e il 700° posto troviamo atenei importanti come Torino, Pisa, Firenze e Napoli.
La classifica è stata stilata attraverso la votazione di 75.000 accademici, docenti e ricercatori, chiamati a indicare le migliori università nell’ambito di competenza. Tra gli aspetti presi in analisi, la qualità della ricerca prodotta, la quantità dei docenti che insegnano, l’internazionalità di professori e studenti. Infine c’è un elemento fondamentale e imprescindibile che accomuna tutti i paesi in crescita: gli investimenti sia pubblici che privati.