Una “Nave della Legalità” ha portato mille studenti a Palermo: le scuole d’Italia si sono unite in una commemorazione delle stragi di Capaci e via D’Amelio in cui persero la vita i due giudici antimafia
“Un popolo senza memoria è un punto nero nella storia” si legge sul lenzuolo che alcuni ragazzi della 3B dell’Istituto “Don Milani” di Ticineto, in provincia di Alessandria, hanno scritto per ricordare il 23 maggio. Dal Piemonte alla Sicilia la strada è lunga, ma non per loro, che hanno portato quel lenzuolo a Civitavecchia per imbarcarlo sulla “Nave della Legalità”, un traghetto che questa notte ha accompagnato loro e altri mille bambini e ragazzi nel capoluogo siciliano. L’Istituto “Don Milani” è solo una delle tante scuole che oggi si sono date appuntamento a Palermo per ricordare il giorno delle stragi di Capaci e via D’Amelio in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini e le donne delle loro scorte, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Claudio Traina. Sono passati 25 anni dalle stragi di mafia che hanno spezzato le vite di chi si batteva per lo Stato e per la giustizia: molti dei ragazzi che oggi sono a Palermo per la commemorazione organizzata dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, non erano ancora nati. E questo non fa che rafforzare il bisogno di un momento di incontro che racconti e che porti avanti la forza e le idee per cui Falcone e Borsellino sono morti.
Le idee che continuano a camminare
“Le nostre idee sono fertili, ci difenderanno dai vostri proiettili” si legge su un altro lenzuolo, questa volta proveniente da Ercolano, Istituto Adriano Tilgher. Le idee sono quelle dei giudici Falcone e Borsellino, i cui nomi, da quando sono stati uccisi, “si pronunciano insieme” perché sono diventati un simbolo, l’emblema di un’Italia che non si arrende ai ricatti di Cosa Nostra. Nel 1985 la mafia uccise i loro collaboratori, come intimidazione. Ma i due giudici non abbandonarono il lavoro, e nel febbraio 1986 aprirono il primo processo contro la mafia in Italia, che durò fino al dicembre 1987. Il “maxi processo” ebbe anche un luogo simbolo: l’aula bunker, costruita appositamente per accogliere gli interrogatori ai boss. Proprio quell’aula, il 23 maggio 2017 si trasformerà per la prima volta in una galleria d’arte: è stata allestita, infatti, la mostra “Fidelis” con alcune delle opere d’arte ritrovate dai Carabinieri. Il filo rosso che unisce le opere è la memoria con il racconto di straordinari recuperi per salvaguardare l’arte. Da qui cominceranno le commemorazioni con una cerimonia istituzionale a cui interverranno i vertici delle istituzioni antimafia e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Presidente del Senato, Pietro Grasso, il Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli.
I cortei e le piazze
La giornata di commemorazione raccoglierà a Palermo circa 70 mila studenti da tutta Italia, per una giornata di educazione alla legalità che si terrà anche in altre 9 piazze italiane: Milano, Teramo, Roma, Foggia, Bari, Trieste, Gorizia, Napoli, Vibo Valentia. Per il pomeriggio del 23 maggio, a Palermo, sono in programma due cortei contro le mafie, guidati dai ragazzi delle scuole. Il primo partirà alle ore 15.30 da via D’Amelio. Il secondo si muoverà alle ore 16.00 dall’Aula Bunker. Entrambi si ricongiungeranno sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo, per il momento del Silenzio, alle ore 17.58, l’ora in cui è avvenuta la strage di Capaci.
“Legalità, libertà e giustizia sono valori di sempre e per sempre, ma ricordarli nell’anniversario delle stragi di Capaci e di via d’Amelio è un impegno che il mondo della scuola ha fatto suo, perché non c’è educazione senza un corretto senso civico – ha detto il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli -. E i valori trovano contenuto nella memoria, come nell’esempio che ci hanno dato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sono passati venticinque anni, un quarto di secolo, da quelle stragi e questo rende l’appuntamento più importante, perché c’è l’opportunità di fare un bilancio, di chiederci quale cammino di consapevolezza è stato fatto da allora. Un cammino che, come lo stesso Falcone ci insegnò, è di tutte e tutti, perché deve essere di tutte e tutti il rifiuto, nella semplicità del quotidiano, delle mafie”. Di bilancio parla anche Maria Falcone, che ricorda che cosa “l’attivismo di tante donne, uomini, ragazze e ragazzi ha rappresentato in questi anni. Nessun eroe, come auspicava Giovanni Falcone, ma semplici cittadini che hanno dimostrato con impegno civico, quotidiano, il proprio ‘No’ alle mafie”.
La giornata di commemorazione si potrà seguire sui social con l’hashtag #PalermoChiamaItalia. Sui profili twitter @MiurSocial e @23maggioItalia ci saranno le dirette social degli eventi raccontate attraverso gli hashtag #23maggio e #navedellalegalità. Gli eventi potranno essere seguiti anche sulla pagina Facebook Palermo Chiama Italia, sull’omonimo profilo Instragram e canale Youtube. Sarà inoltre possibile scaricare l’App della manifestazione #PalermoChiamaItalia, realizzata dalle studentesse e dagli studenti dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Europa” di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli.