Si chiama FlipFlopi boat il veliero keniota fatto interamente con ciabattine e bottiglie. Naviga nell’oceano tra il Kenya e Zanzibar per sensibilizzare le popolazioni locali al problema dell’inquinamento da plastica
Una barca lunga nove metri, costruita in tre anni. Si tratta di FlipFlopi, primo dhow (tradizionale imbarcazione dell’Africa orientale a vela araba triangolare) fatto interamente con plastica riciclata. Missione: navigare nell’oceano tra il Kenya e Zanzibar, una rotta da cinquecento chilometri che richiederà due settimane. Perché? Per sensibilizzare la gente al problema dell’inquinamento da plastica.
Il progetto FlipFlopi
Stiamo parlando del progetto FlipFlopi che ha visto protagonisti un gruppo di volontari ambientalisti kenioti che, per 3 anni, hanno raccolto sulle strade di Nairobi, Mombasa e Malindi e sulle spiagge di Lamu bottigliette di pet e ciabattine infradito. Hanno recuperato in totale 10 tonnellate di scarti. Lavorandoli hanno ricavato le tavole colorate utilizzate per costruire il dhow fatto di plastica riciclata che ora affronterà le onde.
Un’imbarcazione che richiama i colori dell’arcobaleno: indaco, azzurro, verde, giallo, arancione e rosso. Costruita sull’isola di Lamu con le tradizionali tecniche dei costruttori di dhow. A realizzarla il capo costruttore navale insieme a Dipesh Pabari, team leader del progetto insieme ad altri volontari del luogo.
Raccogliere plastica durante la navigazione
Il veliero arcobaleno partito da Lamu a fine gennaio ha da poco completato la sua prima spedizione di oltre 500 km dal Kenya a Zanzibar, raccogliendo in due settimane circa 5 tonnellate di plastica.
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La nave oltre ad aver raccolto plastica durante la navigazione, si è fermata nelle città presenti lungo la rotta per sensibilizzare la popolazione sul problema dei rifiuti in plastica.
Durante le due settimane di viaggio sono state effettuate sei fermate per incontrare la popolazione locale, visitare scuole, e proporre eventi finalizzati alla pulizia delle spiagge e per parlare dell’effetto devastante dell’inquinamento da plastica nei mari.
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“Il coinvolgimento da parte della gente ci ha sopraffatti. L’accoglienza ricevuta dai bambini delle scuole e dalle autorità è stata a dir poco incredibile. Questa spedizione rappresenta davvero un giro di boa per la lotta alla plastica”, hanno detto gli organizzatori.
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“L’obiettivo principale è costruire sulla storia di questa rivoluzione della plastica e continuare a evidenziare al mondo che gli oggetti di plastica monouso sono terribili. Vogliamo semplicemente dimostrare che la plastica monouso non ha senso, e speriamo che le persone di tutto il mondo siano ispirate a trovare i propri modi per riutilizzare oggetti in plastica già usati”.
Il viaggio della FlipFlopi non si ferma infatti a Zanzibar. Le prossime spedizioni la porteranno sempre più a sud, per arrivare infine a Città del Capo, in Sudafrica. A quel punto l’imbarcazione ricoperta di infradito avrà portato a termine un viaggio di ben cinquemila chilometri. Con la speranza di dare un reale contributo al rispetto dell’ambiente.
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“Per operare un cambiamento globale sull’uso della plastica monouso, dobbiamo portare il messaggio al cuore del problema della plastica dell’oceano, in Thailandia, Vietnam, Filippine, Cina, Indonesia e Sri Lanka, tutti i principali emettitori di plastica in mare nel mondo”. Si legge sul sito del progetto: The FlipFlopi Expedition.
In Kenya un sacchetto di plastica può costare la galera
Il Kenya è in prima linea sul fronte della lotta alla plastica: nel 2017, il governo ha imposto il divieto più severo al mondo per l’uso dei sacchetti di plastica. Chiunque sia sorpreso a produrli, venderli o usarli, rischia la reclusione fino a 4 anni o multe fino a 35.000 euro. Una scelta necessaria visto che i keniani usano circa 24 milioni di sacchetti di plastica al mese, secondo una stima del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP).
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L’organizzazione non profit Petco, con sede a Nairobi, ha lanciato da pochi mesi una grande iniziativa di raccolta. Per il 2019 l’obiettivo è 5.900 tonnellate di bottiglie di plastica, il trenta per cento dei rifiuti in pet del Kenya. La campagna sostenuta da grandi marchi presenti nel Paese, da Coca Cola a Unilever.