In un liceo di Ostuni un team di docenti e sviluppatori ha organizzato un hackathon su Dante: per permettere agli studenti di pensare la Divina Commedia in modo diverso
Come rendere viva una lezione sulla Divina Commedia? L’analisi del testo può essere coinvolgente, motivante, affascinante? Allorquando la noia, l’apatia, la sonnolenza dell’alunno travolgano gli alunni, come combatterle? Accendere la LIM e lasciar parlare Roberto Benigni, Vittorio Sermonti, Massimo Cacciari? Certo, ma proviamo ad andare oltre. Lasciamo che i ragazzi facciano un’esperienza vera che è al contempo antica e moderna. Lasciamo che siano loro i commentatori della Commedia, lasciamo che possano sperimentare la bellezza di una lectura Dantis.
In principio fu Telegram
Partiamo dall’inizio. Una Divina Commedia nelle tasche di tutti gli italiani. Come? Portando l’intero testo della Commedia nella chat di Telegram. Si chiama @divinacommediabot ed è viva. Vive perché è una chat, quindi interagisce con noi utenti, ci risponde. Possiamo chiamare un canto e averlo subito disponibile; possiamo cercare una parola e ritrovarla in ogni terzina delle tre cantiche in cui è usata. Agli studenti piace molto. E la ricerca del singolo termine ci aiuta a realizzare percorsi tematici in verticale. Lo ha realizzato un programmatore italiano, Francesco Piero Paolicelli, che ha avviato un progetto di diffusione dei testi fondamentali della nostra cultura e civiltà rendendo disponibili non solo la Commedia ma anche la Costituzione (@costituzioneitalianabot).
E così è iniziato un viaggio infernale ed è nata anche una chat di classe, Dantenjoy, che viaggia al ritmo di 90 messaggi al minuto
tra foto e testi e che ospita all’interno @divinacommediabot, così se ci viene un dubbio o abbiamo bisogno di leggere un canto non dobbiamo fare altro che chattare.
Poi è nato il team
Ma come trasformare tutto questo in un’esperienza didattica? E, soprattutto, cosa proporre agli studenti? Intorno al bot della Commedia è nato un team. Un programmatore, Francesco Piero Paolicelli, un architetto, Fedele Congedo, un ingegnere, Domenico Aprile, un docente, Pino Suriano (Presidente del Comitato di Matera della Società Dante Alighieri) ed io. Così, di chat in chat è nato il progetto #Hack4Dante, perché non esiste bellezza senza le persone che ci camminano dentro: sperimentazione di un percorso condiviso di commento della Divina Commedia con l’uso delle nuove tecnologie.
L’hackathon
Sabato 30 gennaio al Liceo “Ludovico Pepe” di Ostuni, gli studenti si sfideranno a colpi di terzine per l’intera mattinata. Sarà una sperimentazione di Hackathon, declinato sul commento della Commedia. Gli studenti, divisi in squadre, lavoreranno su alcuni temi proposti all’interno di un laboratorio partecipato, individuando link pertinenti rispetto alle terzine del canto scelto per la riflessione. I link verranno poi inseriti nel bot della Commedia per diventare patrimonio di tutti gli utenti. Così, potremo verificare se un approccio diretto ai significati nascosti del testo può evitare quei naufragi sonnolenti che spesso colpiscono gli alunni fruitori passivi della Commedia dantesca. Solo la poesia di Dante poteva entrare nella quotidianità dello smartphone e reggere con la medesima sovranità alla logica della ricerca immediata, del tempo reale, restituendo dallo schermo illuminato intatta quella bellezza che le appartiene da sempre.
Cosa hanno imparato i ragazzi fino ad oggi? A usare la chat per studio, anzi a sperimentarla come strumento didattico
a lavorare tutti insieme su un documento condiviso all’interno del quale inserire dei link e un testo di presentazione del materiale; a selezionare su un piano qualitativo il materiale disponibile online e a scegliere quello più adatto per studiare; a lavorare in team. La cosa più bella? Dante vive con loro.