Secondo il rapporto di Almalaurea sul profilo dei laureati 2015, le donne studiano più degli uomini e con risultati migliori: eppure stipendio e carriera continuano a premiare i loro colleghi
Sorana Vieru, vicepresidente dell’Unione nazionale studenti della Gran Bretagna, l’ha definita la “battaglia dei sessi”: «Se i trend attuali verranno confermati – ha detto – il gap tra ricchi e poveri verrà eclissato da quello tra maschi e femmine». La disuguaglianza di genere è una questione molto complessa che trova il suo naturale habitat nel mondo del lavoro. Le donne sono intelligenti, caparbie, lavorano tanto quanto i loro colleghi uomini e forse anche di più. Allora perché faticano più di loro a raggiungere la propria gratificazione lavorativa?
Il rapporto sul Gender Gap di AlmaLaurea
Da un’indagine di AlmaDiploma e AlmaLaurea emerge che le donne italiane brillano per l’intero percorso formativo in tutte le varie aree di studio, primeggiando notevolmente sui maschi. Divario che però viene totalmente abbattuto quando si arriva nel mondo del lavoro, sia in termini di occupazione sia di tipologie contrattuali. Ma soprattutto dal punto di vista della retribuzione. Dal Rapporto sul Profilo dei diplomati emerge che tra i banchi di scuola le ragazze dimostrano di essere molto più veloci e preparate, di studiare di più, di avere voti più alti, di fare molti più stage durante il percorso di studi, di fare esperienze all’estero e soprattutto di avere le idee molto più chiare nel voler proseguire gli studi all’università: il 74% delle ragazze contro il 62% dei ragazzi.
Le donne hanno voti più alti e provengono da contesti più umili
Una volta approdate nei vari atenei la musica non cambia. Continuano ad essere più brave, sia in termini di votazione che di regolarità degli studi, per non parlare degli stage e dei tirocini, nei quali il vantaggio è netto: 60% contro il 52% dei ragazzi. Da questi dati emerge poi che le laureate vengono da famiglie che vivono in un contesto socio-economico inferiore ai colleghi maschi. Così solo il 25% delle donne ha almeno un genitore laureato contro il 32% dei maschi. Non stupisce quindi che le donne hanno maggiore accesso alle borse di studio, il 24% delle ragazze contro il 19% dei ragazzi. Donne colte, preparate, intelligenti, pronte a mordere la vita come in una canzone di Bruce Springsteen. Occorre allora chiedersi cosa succede al termine del percorso di studi.
167 euro in più nella busta paga maschile
Dal Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati emerge una situazione molto preoccupante. Il vantaggio maschile è confermato in tutti gli ambiti lavorativi. Tra i laureati magistrali, a cinque anni dal conseguimento del titolo, sono occupati il 90% degli uomini contro l’83% delle donne. Il lavoro stabile è spesso un’utopia ma tra quei pochi fortunati che riescono ad ottenerlo la stragrande maggioranza è di sesso maschile, il 77% contro il 64% delle donne. Il divario è grande anche quando si parla di retribuzione: gli uomini guadagnano in media a parità di condizione 167 euro netti mensili più delle donne. La parità di genere è uno dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Risale al 1957, quando il principio di parità di retribuzione per lo stesso lavoro divenne parte del trattato di Roma. Da allora le donne hanno sempre lottato e sgomitato per emergere. Molti passi avanti sono stati fatti, molti ne rimangono da fare.